Gran parte dell’inverno, se consideriamo il calendario meteo e non quello astronomico, è ormai alle spalle.
Un primo bilancio venne tracciata sul finire di gennaio, definendola all’epoca una partita un perfetto equilibrio. Dicembre fu dinamico, freddino a tratti perturbato, mentre gennaio sparigliò letteralmente le carte proponendoci costantemente Alta Pressione (eccezion fatta per le Alpi, che ebbero mastodontiche nevicate) e temperature superiori alle medie stagionali.
A quel punto la parola sarebbe passata a febbraio e così è stato. Osservando le carte previsionali, negli ultimi giorni di gennaio, era lecito ipotizzare un ritorno di quella dinamicità invernale che caratterizzò il primo mese d’inverno. Così è stato. In questi primi 10 giorni di febbraio abbiamo avuto varie fasi precipitative, innescate da una poderosa irruzione artica capace di sprofondare dalla Penisola Iberica fin sul nord Africa.
E’ presto per poter chiudere baracca e burattini, tirando le somme, ma al momento è in leggerissimo vantaggio l’inverno dinamico. Ora vedremo se le temperature, nell’intero andamento mensile, riusciranno a riequilibrare le evidente – oltre che percepibili – anomalie termiche di gennaio.
Sappiamo quel che sta accadendo ai piani alti dell’atmosfera (dove è in atto un violento riscaldamento che sta conducendo alla rottura del Vortice Polare) ma ancora non sappiamo quali eventuali effetti porterà alle medie latitudini. Un giorno i modelli matematici ci mostrano dinamiche da gran freddo, il giorno dopo evidenziano dinamicità ma senza eventi epocali. Lo ribadiamo, in simili situazioni bisogna procedere con estrema cautela perché i ribaltoni potrebbero esserci da un momento all’altro e allora sì che il risultato finale andrebbe appannaggio del freddo.