Ci troviamo dinanzi ad una fase di relativa calma in questo Ponte d’Ognissanti: il sole predomina sulla fascia peninsulare e le nubi presenti sono generalmente innocue, mentre le Isole restano in balia di un’area instabile con perno di bassa pressione centrato sulla Tunisia. Si tratta di un’azione di disturbo che permane isolata da giorni sulla stessa posizione, in quanto l’anticiclone non ha permesso alla spirale ciclonica d’evolvere verso levante. I flussi nuvolosi convogliati da aria umida lambiscono le due Isole Maggiori, con sporadiche precipitazioni intermittenti ma non di forte intensità.
Lo scenario resterà pressoché lo stesso nella giornata di mercoledì 2 novembre, con la ferita instabile ancora attiva sui bacini attorno alla Sardegna e alla Sicilia. Si avranno ulteriori piovaschi, di maggiore consistenza sulla fascia ionica della Sicilia. Sul resto d’Italia ancora una giornata fotocopia con prevalenti schiarite e transitori annuvolamenti di tipo medio-basso: una circolazione di venti orientali in graduale intensificazione farà addossare nubi verso le zone occidentali della Val Padana, con qualche fenomeno sull’Ovest Piemonte.
L’influenza anticiclonica sull’Italia è comunque abbastanza marginale, se si considera che i massimi barici si trovano posizionati sul cuore dell’Est Europa tra la Polonia, la Bielorussia e l’Ucraina. Si può quindi ben parlare di palude barica, che non potrà certo ostacolare chissà come l’ingresso graduale in grande stile di una saccatura atlantica: i primi cenni di peggioramento si faranno strada nella giornata di giovedì sulle regioni di Nord-Ovest, con precipitazioni in graduale accentuazione tra il Piemonte, la Valle d’Aosta e la Liguria di Ponente, zone pienamente esposte ai primi flussi sciroccali.
Sarà questo solo l’inizio di un’ondata di maltempo probabilmente molto pesante, destinata a perdurare per diversi giorni, con maggiori ripercussioni al Settentrione: non solo la Liguria, che ha già sperimentato purtroppo la furia distruttiva del maltempo, ma anche l’Alto Piemonte, i Laghi Lombardia e successivamente le restanti zone prealpine e pedemontane del Nord Italia. L’assalto perturbato molto organizzato si rafforzerà alimentato da un flusso di correnti umide meridionali d’estrazione afromediterranea e rallenterà proprio non appena giungerà sull’Italia: la causa del decorso evolutivo lento sarà imputabile all’alta pressione di blocco, che continuerà a fare da muro sull’Europa Orientale.
Tra giovedì e domenica dovrebbero giungere una serie d’impulsi perturbati particolarmente consistenti: nell’arco di 72 ore i livelli di pioggia attesi potrebbero essere davvero ingenti, con punte superiori ai 200 millimetri sulle zone più esposte. A peggiorare ulteriormente lo scenario è la neve che cadrà solo a quote elevate, determinando così un maggiore afflusso d’acqua verso i maggiori corsi d’acqua ed i laghi del Nord Italia.