Il Satellite ROSAT (denominazione abbreviata di Roentgen Satellite) era stato lanciato nello spazio il 1° luglio 1990, con lo scopo di effettuare un monitoraggio nelle bande spettrali di raggi X, come stelle di neutroni e buchi neri. La missione doveva durare solo 18 mesi, ma venne estesa molto più a lungo, tanto che il Satellite era rimasto attivo per più di 8 anni e mezzo. Il 12 febbraio 1999 venne dichiarato chiuso il ciclo del satellite, a seguito d’alcuni intoppi l’anno precedente che portarono ad un’operativa di lavoro inizialmente dimezzata e successivamente ad una vera e propria avaria al sistema di controllo del satellite (venne in seguito appurato che l’avaria fu causata da un cyber attacco al Goddard Space Center da parte di un’agenzia di spionaggio russa).
L’attrito della parte superiore dell’atmosfera terrestre sta determinando, nel corso del tempo, la progressiva perdita quota del satellite (dagli iniziali 580 chilometri ai 270 chilometri d’altezza) che, senza alcun sistema di propulsione a bordo, non può essere controllato e guidato nel suo rientro ormai imminente sulla Terra. Il satellite ha un peso di 2400 chilogrammi, ed è rivestito da materiale refrattario, in vetro e ceramica. Ciò potrebbe rallentare la combustione del satellite nell’attraversamento dell’atmosfera terrestre:* si stima che fino a 30 singoli pezzi di detriti (per un totale complessivo di 1.6 tonnellate) possano sopravvivere nell’attraversamento dell’atmosfera* e giungere quindi a colpire il suolo terrestre o, più probabilmente, un’area oceanica.
Probabilmente il Satellite farà rientro entro il prossimo week-end (anche se il periodo di probabilità abbraccia anche lunedì 24 ottobre), ma la zona di caduta al momento è sconosciuta, in quanto l’orbita del satellite si estende tra i 53 gradi di latitudine nord e sud. Anche l’Italia è compresa nelle varie traiettorie seguite dal Satellite e risulta potenzialmente a rischio, anche se si tratta davvero di probabilità estremamente remote e che mai si sono verificate nella storia. La probabilità che una singolo abitante terrestre possa essere colpito è valutabile ad 1 su 14 mila miliardi.
L’eco mediatica, rispetto al Satellite UARS caduto un mese fa sul Pacifico, è forse in parte minore almeno per ora, ma ad onor del vero il pericolo pur così minimo di danni, in teoria, è maggiore questa volta, per il fatto che potrebbero cadere sulla Terra pezzi di satellite (detriti) pesanti fino ad un massimo di 400 chilogrammi. Nell’attesa della caduta del Satellite, sono già state create delle applicazioni per IPhone che consentiranno di monitorare in tempo reale la rotta del Satellite. Ci sono varie variabili che possono modificare l’ora del rientro di un satellite come ROSAT: tra queste ci sono il vento solare. Rammentiamo come UARS, un mese fa, si era fatto attendere più del dovuto rallentando nelle ultime fasi la definitiva perdita di quota prima dello schianto.