Il promontorio anticiclonico riesce tutto sommato a reggere sul Mediterraneo, ma il tentativo d’intromissione dei fronti atlantici inizia a farsi sempre più prepotente. Il Nord Italia risentirà in modo sempre più netto dell’influenza instabile: un vasto sistema frontale si staglia dalla Scandinavia meridionale alla Penisola Iberica, passando per la Francia. Il ramo instabile presente sull’Iberia, nonostante vi siano presenti celle temporalesche, è quello meno forte e scarsamente in grado di forzare la resistenza dell’alta pressione disposta più ad oriente.
Molto più compatto invece il fronte disposto alle medie latitudini tra la Francia e la Germania, le cui propaggini più avanzate sono ormai sopraggiunte sull’Arco Alpino. Le correnti fresche ed umide d’origine atlantica vanno a contrastare con quelle più tiepide che invece risalgono dalle latitudini mediterranee ed ancora una volta saranno le zone alpine quelle dove i contrasti potrebbero venir esaltati in modo maggiore. L’entrata temporalesca sarà però in grado di porre la sua impronta anche sul resto del Nord Italia, comprese quindi le zone di pianura, che saranno coinvolte nell’area di confluenza fra le due masse d’aria di estrazione diversa.