In queste ultime settimane sono davvero innumerevoli le situazioni perturbate che hanno coinvolto l’Italia, per via della traiettoria quasi costantemente molto bassa del flusso zonale, canale lungo il quale i sistemi perturbati hanno costantemente raggiunto il bacino centrale del Mediterraneo, transitando dapprima sulla Penisola Iberica o addirittura sulle coste algero-marocchine. L’unica eccezione a questo schema privilegiato si è avuto in corrispondenza dell’intrusione artica giunta poco prima di metà mese, grazie al temporaneo insediamento di un blocco anticiclonico sul Vicino Atlantico.
Lo scenario va però mutando, con le correnti perturbate atlantiche che inizieranno un po’ ad alzarsi di latitudine, conseguenza peraltro di una stagione che avanza. Nella seconda parte della settimana ci accorgeremo meglio di questo cambiamento, con le perturbazioni che interesseranno principalmente il Settentrione dell’Italia, senza più trovare l’autostrada spalancata verso il Mediterraneo. Osservando la mappa in basso, relativa alla giornata di venerdì, si osserva infatti il perno della circolazione ciclonica atlantica sull’Europa nord-occidentale, mentre una campana di alta pressione sub-tropicale proverà ad imporsi tra il Nord Africa, la parte meridionale della Penisola Iberica ed il bacino occidentale del Mediterraneo: di conseguenza la fascia perturbata si troverà costretta a scorrere su latitudini un po’ più elevate (rispetto a quanto accaduto finora) e avrà modo d’interessare più direttamente il Nord Italia, dopo essere passata sulla Francia.
La perturbazione attesa venerdì, all’interno di un mulinello di bassa pressione in rapido movimento dalla Francia meridionale verso il Nord Italia, porterà dunque effetti probabilmente diversi rispetto alle ultime sequenze perturbate. Di sicuro appare meno evidente il coinvolgimento del Centro-Sud, alle prese con un tipo di tempo più asciutto, a parte le precipitazioni indotte dallo sbarramento appenninico sulle aree tirreniche. Resterà invece uggioso lo scenario al Nord, anche se il flusso in quota decisamente occidentale sembra favorire le precipitazioni principalmente sulle zone alpine.