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Nord Atlantico, le correnti oceaniche assorbono più carbonio di quanto si pensasse

di Ivan Gaddari
11 Mar 2011 - 14:48
in Senza categoria
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nord atlantico le correnti oceaniche assorbono piu carbonio di quanto si pensasse 20025 1 1 - Nord Atlantico, le correnti oceaniche assorbono più carbonio di quanto si pensasse
Un team di ricercatori del CNRS, del IRD, del Museo Nazionale d’Histoire Naturelle, dell’UPMC e dell’UBO sono riusciti a quantificare il ruolo svolto da queste pompe in una zona del Nord Atlantico. Contrariamente alle aspettative, la pompa fisica potrebbe essere di quasi 100 volte più potente rispetto a quella di natura biologica.

I risultati della ricerca sono pubblicati nel Journal of Geophysical Research.

L’Oceano assorbe circa il 30% dell’anidride carbonica emessa in atmosfera dall’attività umana e rappresenta, assieme alla biosfera terrestre, il principale accumulatore di carbonio. Gran parte della ricerca sinora eseguita è stata mirata proprio alla comprensione dei meccanismi naturali che regolano l’assorbimento.

Il meccanismo biologico segue i seguenti step. L’anidride carbonica, disciolta nell’acqua, è utilizzata anzitutto per la fotosintesi del fitoplancton, ovvero da quegli organismi microscopici che proliferano nello strato superiore del mare. Segue una propagazione nella catena alimentare: il fitoplancton è fonte alimentare dello zooplancton, che a sua volta è consumato da organismi più grandi e così via.

Parte del carbonio si deposita sui fondali oceanici sotto forma di rifiuti organici, dando luogo ai cosiddetti sedimenti. La pompa biologica è particolarmente efficace nel Nord Atlantico e l’efficienza è testimoniata dalla spettacolare fioritura di fitoplancton che si verifica annualmente. Il meccanismo di natura fisica, che sfrutta la circolazione oceanica, determina lo sprofondamento delle acque superficiali contenenti anidride carbonica disciolta verso gli strati più profondi, causando in tal modo l’isolamento del gas dagli scambi con l’atmosfera.

Sulla base dei dati raccolti in una specifica regione del Nord Atlantico, i ricercatori sono stati in grado di attuare simulazioni ad alta risoluzione numerica. Il risultato ottenuto rappresenta il primo preciso bilancio, in termini quantitativi, di assorbimento del carbonio da parte della pompa fisica e biologica.

Sorprendentemente, suggerisce che nella regione analizzata la pompa biologica potrebbe assorbire solo una piccola parte di carbonio. Una frazione quantificabile attorno al centesimo. Il carbonio sarebbe invece intrappolato principalmente dalla pompa fisica, che è quasi 100 volte più efficiente. Significa che la circolazione oceanica determina lo sprofondamento del carbonio, disciolto in forma organica o inorganica, ad una profondità tra i 200 ei 400 metri.

Il ruolo svolto dalla pompa fisica, nella porzione del Nord Atlantico analizzata, non era mai stata quantificata. La sua importanza solleva numerose domande: per quanto tempo il carbonio resta intrappolato in profondità prima di essere rispedito in superficie del meccanismo di inversione? La percentuale attribuibile alle due pompe può essere la stessa in altre zone dell’Oceano? E infine, ma non meno importante, in che modo questo meccanismo evolverà coi cambiamenti climatici?

Le risposte saranno oggetto di analisi successive, ma il risultato dello studio è di per sé di enorme importanza nella comprensione dei meccanismi che regolano l’assorbimento di carbonio.

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