Siamo sempre a parlare di scambi meridiani, ma in un contesto di oscillazioni del tutto diverso da ciò che ha caratterizzato i mesi precedenti sul continente.
Ora l’area depressionaria si è spostata sull’oceano, dove una estesa saccatura facente capo alle regioni artiche, si estende fin verso l’Atlantico meridionale boreale, con asse nordest sudovest.
L’aria fredda che la alimenta scende dall’artico sull’Islanda e verso sud, sull’oceano Atlantico americano.
Tale posizione spinge correnti meridionali assai miti verso l’Europa occidentale, il Regno Unito e fin verso la penisola scandinava.
Un motore a pieno regime per dare forza ad una rimonta di origine africana, che a partire dalla penisola iberica, si spingerà su Francia, Europa centrale e bacino centro occidentale del Mediterraneo e dal week-end sarà realtà su tutto il mare nostrum e fin sui Balcani.
Un vero e proprio ruggito di un’estate che non aveva ancora potuto dire la sua e che entrerà di diritto nel pieno del vigore proprio in quei giorni che daranno l’inizio all’estate meteorologica, che si data col 1° giugno, a differenza di quella astronomica che entra di fatto col solstizio il 23 giugno.
L’alta pressione africana darà il meglio di se proprio nel week-end, spingendo i suoi massimi nel cuore dell’Europa, grazie alla compartecipazione antagonista delle depressioni atlantiche che attivando correnti meridionali, pomperanno la bolla calda fino a gonfiarla su buona parte del continente centro meridionale, facendo letteralmente bollire i termometri.
L’alta delle Azzorre sarà l’assente per eccellenza, ben lontano oltre oceano nella sua posizione ormai consolidata meridiana, acuendo maggiormente così lo scambio termico favorevole alla rimonta africana.
Ma le velleità della bolla calda estesasi fin verso l’Europa orientale, subiranno sul finire del week-end ed a inizio settimana, l’attacco delle depressioni oceaniche: approfittando di un cedimento della pressione ad ovest, per la cessazione del richiamo meridionale garantito dalla saccatura oceanica, in ritiro verso nord per l’avanzata dell’alta delle Azzorre ad ovest della penisola iberica, un’area ciclonica si infilerà dalla Francia e tenterà di avanzare verso levante, portando un consistente peggioramento delle condizioni meteorologiche anche sulla penisola iberica.
Sembra evidenziarsi nel prosieguo un possibile ritorno a situazioni precedenti, con l’alta proiettata verso nord, con conseguente affondo delle depressioni su Europa centro-meridonale e bacino del Mediterraneo mentre ad est si rinforzerà una figura anticiclonica nata dal trasferimento della bolla calda verso tali zone.
L’onda di calore quindi sembra destinata a durare come da norma per alcuni giorni, ma senza rasentare il pauroso record del 2003, data che evoca paure ancora ben radicate in tutti noi.
Si tratterà di una fase fine a se stessa, parte del ciclo di ondulazioni a cui la natura ci sta abituando, presentandosi molto spesso con scambi meridiani non bloccanti, ma inseriti in un percorso fatto di conche fredde seguite da rimonte calde in un procedere sempre altalenante.