Anche oggi le carte ci lasciano stupefatti, per la previsione evolutiva delle figure bariche sul nostro continente.
Come mai ci si aspettava, ecco che da una situazione prettamente meridiana, ci si trova a commentare un cambio di circolazione non puramente zonale, ma con asse nordest sudovest.
Andiamo per gradi: il punto di partenza vede ancora una volta protagonisti il Vortice Polare e l’alta oceanica; il primo cerca di nuovo un affondo verso il bacino del Mediterraneo, mentre l’altra come spesso è accaduto, gli fa da sponda, accompagnando la discesa con espansione lungo i meridiani, mantenendo però le posizioni dei massimi in sede alto atlantica.
Il progetto riuscirà solo a metà, in quanto dall’oceano si stanno organizzando dei sistemi perturbati legati ad aree cicloniche che approfittando della debolezza dell’alta oceanica nel comparto meridionale, cercano di entrare sul continente dalla porta iberica.
Già è presente un nucleo ciclonico esteso dalle coste nordamericane verso il Portogallo, e sarà questa figura depressionaria a non permettere la decisa espansione dell’alta oceanica, che non potrà così ergersi a blocco delle correnti atlantiche miti, figura depressionaria che tenderà ad andare in cut-off spingendosi verso l’Africa settentrionale.
Di conseguenza il Vortice Polare resterà relegato oltre l’arco alpino e la sua forza potrà esprimersi nell’area centro settentrionale europea, seppure in graduale diminuzione, ma ancora in grado di portare freddo e instabilità perturbata.
Il varco oceanico apertosi a sud, sarà ancor più esteso, da una nuova depressione che dal Labrador, si approfondirà ulteriormente, e con la complicità della corrente a getto, forzerà la flebile barriera anticiclonica, entrando di diritto nelle aree oceaniche europee, prima occupate dall’espansione anticiclonica, costringendo la figura altopressoria ad un ritiro immediato in area nordatlantica.
Questa estesa depressione, interagirà con la conca depressionaria nordeuropea, figlia di quel Vortice Polare assai indebolito, creando un lungo canale ciclonico, che dalla Russia settentrionale si spingerà fin verso l’oceano centrale, mentre più a sud si affaccerà timidamente l’alta di origine atlantica, con intenzioni di conquista dell’area europea.
Lo spostamento ulteriore verso sudovest della sacca depressionaria, che affonderà le sue propagini verso l’Atlantico meridionale al largo delle coste portoghesi, enfatizzerà una spinta anticiclonica africana, a sostegno dell’espansione altopressoria nel comparto centro meridionale europeo, favorita anche dal flusso che si verrà a creare ai limiti meridionali dell’estesa saccatura, di aria mite sudoceanica, in risalita fin verso il Regno Unito e la penisola scandinava meridionale.
La presenza altresì del cut-off sull’area africana settentrionale, spingerà dall’entroterra algerino un richiamo di aria calda direttamente dal deserto del Sahara, decisa a conquistare il bacino del Mediterraneo; tale richiamo, enfatizzerà la formazione di area anticiclonica nel comparto sudorientale europeo, favorendo la stabilizzazione climatica su tali aree.
La spinta ulteriore verso levante dell’alta oceanica meridionale, porterà di conseguenza l’avanzamento del cut-off africano e permetterà alle due figure altopressorie, oceanica e sudorientale europea di congiungersi, generando, a causa della presenza dell’area ciclonica chiusa sul comparto meridionale mediterraneo, un massimo di pressione proprio sui Balcani, ed attivando venti orientali, che spegneranno il tentativo dell’onda di calore africana di emergere verso il Mediterraneo, scongiurando un aumento repentino delle temperature.
Il quadro termico, comunque, proprio per la presenza dell’estesa figura altopressoria e del richiamo meridionale che fluirà dal basso Atlantico fin verso la penisola scandinava meridionale, subirà un graduale aumento, soprattutto sul comparto oceanico e dell’Europa centrale, mentre dopo un certo rialzo, la temperatura tenderà a diminuire nell’area balcanica, proprio grazie al nascente flusso orientale derivato dalla posizione favorevole assunta della configurazione altopressoria.