Un vasto campo anticiclonico sull’Europa Occidentale si contrappone ad una vasta saccatura, il cui nocciolo freddo principale si trova situato tra la Slovacchia e l’Ungheria occidentale. L’alta pressione, il cui motore si va collocando in Gran Bretagna, si sta ulteriormente espandendo verso nord-est e questo comporterà il taglio della saccatura, con l’ulteriore isolamento della trottola perturbata sul cuore dell’Europa.
La ferita fredda riconducibile a quest’azione perturbata (masse d’aria d’estrazione artica) avvolge pertanto gran parte del Continente, con temperature fuori stagione davvero poco consone per fine agosto. I valori minimi sono scesi soprattutto laddove il cielo è rimasto sereno, in particolar modo sulle Isole Britanniche, ove segnaliamo appena 2 gradi a Dublino. Solo la Penisola Iberica fa un po’ eccezione in questo quadro meteo frizzante: la risalita di masse d’aria dal Marocco mantiene i valori termici da piena estate sia in Spagna che in Portogallo, con punte superiori ai 35-36 gradi.
Lo slittamento ad est del vortice ciclonico sta consentendo un graduale miglioramento sull’Italia, grazie alla concomitante espansione dell’ala orientale dell’anticiclone atlantico. Inoltre, l’afflusso di correnti settentrionali sta trasportando masse d’aria sempre più secche, favorevoli ad un deciso ristabilimento meteo, specie sui versanti di ponente. Fra le situazioni più interessanti da annotare, vi è l’effetto stau sulla barriera alpina orientale: il muro della nuvolosità e dei fenomeni associati (neve localmente fino a quote prossime ai 1500 metri d’altezza) sta letteralmente dividendo l’Alto Adige: il sole infatti splende sui fondovalle di Bolzano, mentre sulle vallate di confine (fra cui la Valle Aurina, di cui possiamo apprezzare un’immagine in basso) insistono spruzzate di neve ed un clima dai connotati quasi invernali in montagna.
Nel frattempo, i resti del fronte freddo scivolato lungo l’Adriatico si sono spostati sul Sud Peninsulare, con condizioni di variabilità e qualche rovescio localizzato, più frequente in Calabria. Nell’arco del mattino una cella temporalesca in costante autorigenerazione ha interessato l’Adriatico Centrale, poco al largo della costa marchigiana.