Dopo un lunghissimo periodo d’estrema sofferenza, dovuto alla penuria di precipitazioni ed al caldo anomalo che non sembrava finire mai, ora è giunto il momento di poter tirare un sospiro di sollievo per le Alpi: oltre al sensibile raffreddamento, le aree di montagna stanno ricevendo le prime consistenti nevicate stagionali. Questa prima neve appare in fondo tardiva, viste le condizioni opprimenti da piena estate che hanno dominato ininterrotte fino all’altro ieri: quello che stupisce maggiormente è semmai il drastico passaggio, in men che non si dica, verso scenari prettamente invernali, se si considera che almeno su alcuni tratti confinali dell’Alto Adige la dama bianca si è spinta a quote prossime ai 1000 metri.
Alcuni stretti valichi di confine hanno la caratteristica di risentire appieno delle iniezioni d’aria fredda dal Nord Europa e dello sconfinamento del muro dello stau, a differenza di gran parte del comparto alpino e prealpino che invece resta più al riparo e può godere solo delle briciole di questa circolazione settentrionale. Le zone che stanno maggiormente risentendo di questo piccolo anticipo d’inverno sono le aree settentrionali dell’Alto Adige, tra la Valle Aurina, la parte alta della Val Pusteria e l’alta Val Badia. Spruzzate di neve tendono ad attecchire, in qualche caso con successo durante i maggiori rovesci, su alcune località di montagna poste anche a 1100-1200 metri, mentre per trovare accumuli particolarmente importenti bisogna salire al di sopra dei 1600-1800 metri.