Maggio, anche quest’anno, è stato segnato da episodi di meteo estremo, per freddo e neve a livello europeo. Talvolta la neve tardiva fuori stagione, a quote insolitamente basse, si è vista addirittura in questo periodo, o persino più avanti nel cuore dell’estate.
Gli episodi più eccezionali (neve anche in pianura a Bologna e Ferrara, tanto per citare alcuni esempi) risalgono addirittura al periodo della PEG, per l’esattezza al giugno 1491. Testimonianze riferiscono addirittura che la Lunigiana finì sotto la neve il 10 luglio 1756.
Venendo a periodi più recenti, fu sorprendente l’improvvisa ondata di freddo che colpì l’Italia nel luglio del 1970. Era metà mese quando un’abbondante nevicata sorprese i vacanzieri sulle Dolomiti, fino a valle sotto i 1000 metri, mentre la neve a quote di bassa montagna si è verificata più volte negli ultimi decenni.
Non è così raro assistere a ritorni di freddo e neve in montagna in avvio di giugno, visto che non è necessario andare troppo indietro per trovare ritorni di freddo all’inizio d’estate. D’altronde è anche questa l’estremizzazione del clima, nonostante il generale riscaldamento globale.
Era il primo giorno d’estate meteorologica del 2011 quando bufere di neve investirono in pieno l’Arco Alpino occidentale: l’aria fredda associata ad un impulso perturbato favorì la neve fino a quote insolitamente basse, localmente anche attorno ai 1000 metri d’altezza
Tra gli episodi meteo più significativi per il Centro-Sud, resta ben impresso nella memoria l’episodio del 2 giugno 2006 con spruzzate di neve a quote di 1200-1300 metri nella parte centro-settentrionale del’Appennino e fin sulle cime del Gennargentu (tetto della Sardegna).
Eventi del genere accadono molto di rado e con tempi di ritorno ultradecennali. Da citare anche il freddo tardivo del 23 giugno del 1995, con l’Abetone che venne persino imbiancato ad avvio pieno dell’estate anche dal punto di vista astronomico.