LA NEVE CHE NON HA FATTO IN INVERNO – Quella da poco trascorsa è stata una stagione invernale disastrosa con una chiusura anticipata di molti impianti sciistici alla metà di marzo, come non accadeva da anni. Nelle ultime settimane, in pieno aprile, quando nessuno ci avrebbe più scommesso un centesimo, ecco il ritorno sorprendente della neve, dapprima solo lievi spruzzate e poi vere e proprie tormente. Le maggiori nevicate sono quelle venute giù nell’ultima perturbazione, che nelle zone più esposte ha portato 30-40 centimetri di neve fresca fino a valle a quote attorno ai 1200-1400 metri e punte d’accumulo prossime ad 1 metro sopra i 2000 metri. In genere la neve primaverile ha una durata limitata, ma ne è caduta davvero tanta, in molte zone più di quanta ne era venuta giù durante tutto l’inverno.
RIAPERTURA PISTE – Le temperature finora basse ed i consistenti accumuli registrati in quota hanno coinvolto molti operatori di montagna a riaprire eccezionalmente alcuni impianti sciistici, pronti ad approfittare di questo periodo fra i ponti del 25 aprile e del 1° maggio nel quale in molti potrebbero scegliere la montagna. Sono stati eccezionalmente riaperti gli impianti sciistici degli Spiazzi di Gromo e dei Piani di Bobbio, sulle Prealpi comasco-lecchesi, confinanti con le Orobie. L’apertura straordinaria degli impianti riguarda anche le piste di Asiago del Monte Verena, dopo le ultime forti nevicate. Ancora si potrà tornare a sciare dal 28 aprile al 1° maggio, e probabilmente anche per tutti i week-end di maggio, a Fai della Paganella, nel Trentino centro-occidentale, circondati dall’Altopiano della Paganella, le Dolomiti di Brenta e il Lago di Molveno.
RISCHIO VALANGHE – Altre stazioni sciistiche della Val Brembana e della Val Brembana potrebbero decidere di riaprire uno o più impianti, dopo le chiusure notevolmente anticipata. Tuttavia, per tutti gli escursionisti e sciatori di fine stagione raccomandiamo la massima prudenza in riferimento al pericolo valanghe, atteso marcato su molte zone come già annunciato dai bollettini diramati dai centri competenti. Ad aggravare questo rischio, vi è infatti da considerare il forte rialzo termico già in atto e che andrà avanti nei prossimi giorni, con clima quasi estivo. Tutta la neve fresca caduta in abbondanza può quindi, nelle zone fuori pista, subire dei distacchi spontanei verso valle.