Nel corso dei vari editoriali abbiamo più volte analizzato i possibili effetti che il gelo e la neve hanno sulle colture vegetali in fase di risveglio vegetativo. V’è però da aggiungere un ulteriore elemento sfavorevole, dato appunto dall’altalena termica che dalla fine dello scorso mese interessa la nostra Penisola.
Se il freddo si fosse mostrato persistente e duraturo, con molta probabilità si sarebbero manifestate meno difficoltà al normale ciclo biologico dei vegetali. Difatti le correnti più miti occidentali che ad intervalli più o meno regolari hanno spazzato le nostre regioni, hanno regalato quei primi tepori utili al risveglio dal lungo periodo di dormienza invernale.
Ecco allora che anche quei meccanismi di resistenza analizzati nell’ultimo editoriale, assumo meno importanza di quanta effettivamente ne avrebbero avuto se il clima avesse rispettato il normale decorso stagionale. Se si osservano le ultime proiezioni dei modelli di previsione, sarà facile notare che, dopo il rialzo termico ancora in atto, si avrà una nuova ondata di freddo proveniente dal Nord Europa.
Modelli che lasciano poco spazio ai dubbi e che dipingono scenari pienamente invernali. Si avrà un sensibile calo delle temperature, mentre nelle regioni del medio Adriatico ed al sud tornerà la neve, localmente persino in pianura. Una circolazione fredda che pare voglia protrarsi ben oltre metà della nuova settimana, seppure i fenomeni siano previsti in attenuazione dalla giornata di martedì.
Ma se la neve non costituirà in tal modo un problema, subentrerà il ghiaccio notturno. Avremo difatti valori termici ben al di sotto delle medie previste per il periodo, da Nord a Sud. Lecito attendersi diffuse gelate, sia nelle valli che in pianura. Fenomeno che potrebbe acuirsi tra mercoledì e giovedì, allorquando in molte zone dello Stivale verrà a mancare la copertura nuvolosa. Il che, tradotto in parole semplici, favorirà la dispersione del calore riemesso dal suolo in atmosfera, mentre gli strati d’aria fredda si porteranno in prossimità delle superfici coltivate.
Se ne deduce una fase tutt’altro che semplice, durante la quale occorrerà la dovuta attenzione e un costante monitoraggio colturale, onde evitare danni alle specie in fase di ripresa vegetativa. Danni che, come rammentato più volte, si ripercuotono inevitabilmente in fase di produzione.