Ore 06Z del 19 febbraio 2010: Hoseda Hard raggiunge -56,4°C, un valore incredibile per una località europea, sebbene posta a 67,05°N 59,23°E, laddove gli Urali scivolano verso il Mare di Kara. Ma non è la temperatura più bassa registrata nel nostro continente.
Infatti, secondo il “Monthly Meteorological Reference Book” dell’URSS (stampato a Obninsk nel 1979), la più fredda temperatura mai raggiunta in Europa è stata registrata a Ust’Schugor, nel settore nordorientale della Russia europea, con un valore di -58,1°C il 31 dicembre 1978.
Ust’Schugor si trova a 64,15°N 57,45°E, a 85 metri sul livello del mare. Il villaggio è vicino a Pechora, città anch’essa nota per le sue temperature estreme, vanta infatti un record di -56,0°C, registrato il 9 febbraio 1946, mentre il 31 dicembre 1978 si fermò a -52,0°C.
Quel 31 dicembre 1978, con la giornata successiva del 1° gennaio 1979, segnò l’apoteosi di un’ondata di gelo terribile per la Russia e l’Europa orientale (Mosca registrò il più freddo Capodanno della sua storia), gelo che nei primi di gennaio “sfondò” anche nell’Europa occidentale e nel nostro paese, con cali termici brutali, anche di 15°/20°C in poche ore.
Ust’Schugor si trova alla confluenza del fiume Schugor nel Pechora. Quest’ultimo, lungo 1809 km, nasce dal versante occidentale degli Urali settentrionali, all’estremità sudorientale della Repubblica dei Komi, una Repubblica autonoma della Russia, estesa su 415000 kmq e abitata da 1 milione di persone. Scorre dapprima con direzione mediamente occidentale, curva successivamente verso nord, entrando in una vasta zona pianeggiante spesso interessata da paludi, ricevendo in successione, fra gli altri, gli affluenti Ilyč, Schugor e Usa dalla destra, Severnaja Mylva, Kožva e Lyža da sinistra. Tocca, in questo tratto, i centri di Troicko-Pechorsk, Vuktyl, Ust’Schugor e Pechora, il maggiore centro urbano del suo corso (conta circa 50000 abitanti).
Il fiume è bloccato dai ghiacci per lunghi periodi, all’incirca da fine ottobre/inizio novembre a maggio (primi di giugno nel basso corso). La tarda primavera (maggio-giugno) vede il disgelo e un grosso aumento di portata, che fa sì che in questa breve stagione venga scaricato il 60% della portata annua.
Lo Schugor è lungo 300 km ed è come detto un affluente di destra della Pechora. Ha origine anch’esso dal versante occidentale degli Urali settentrionale, scorrendo per un primo tratto attraverso la catena in senso longitudinale, con direzione settentrionale. Aggira successivamente il massiccio del monte Telposiz, all’estremità meridionale della sezione degli Urali subpolari, volgendo il suo corso in direzione mediamente occidentale fino a sfociare nella Pechora a Ust’Schugor, alcune decine di chilometri a valle di Vuktyl. Non incontra alcun centro abitato di qualche rilievo in tutto il suo corso. Lo Schugor è gelato, mediamente, da ottobre-novembre a fine maggio/inizio giugno. I mesi di inizio estate, cioè giugno e luglio, vedono i massimi annui di portata.
Ust’Schugor, le già citate Pechora e Hoseda Hard, con Vorkuta e gli altri villaggi di questa porzione d’artico russo, trovandosi ad ovest degli Urali, sono l’autentico “polo del freddo” del continente europeo, sebbene spesso, per convenzione, si indichi il confine geografico tra Europa ed Asia al 50° meridiano Est.
Le informazioni del lungo periodo di gelo dei fiumi ci possono fornire delle indicazioni sul tipo di clima che incontreremo in queste amene terre russe. A Pechora come a Hoseda-Hard, il disgelo ha inizio in maggio, e già in ottobre sia le minime che le massime tornano sotto zero.
Le variazioni termiche possono essere improvvise d’inverno come d’estate, tanto che, nonostante le punte sotto i -50°C, seppur raramente, anche in pieno inverno si possono superare gli zero gradi. Ed in estate, a giornate in cui si possono superare i 30 gradi (i record sfiorano i 35°C) se ne alternano altre in cui le temperature massime superano di poco gli zero gradi e le minime possono scendervi al di sotto.
La temperatura media annuale rimane sotto gli zero gradi, e ad Hoseda-Hard, per poco, anche la media delle massime. Il mese più freddo è gennaio, con media ad Hoseda-Hard di -24,7/-15,5°C, a Pechora di -23/-14.7°C; il più caldo luglio, con media ad Hoseda-Hard di +7,2/19°C, a Pechora di +10,6/+21,4°C. I giorni di ghiaccio, cioè quelli in cui la temperatura massima non supera gli zero gradi, sono circa 180 a Hoseda-Hard e 150 a Pechora; quelli di gelo, cioè quelli in cui la temperatura minima scende sotto gli zero gradi, 250 a Hoseda-Hard e 230 a Pechora. Si nota quindi un vantaggio costante, in termini di “mitezza”, di Pechora, posta un po’ più a Sud e ad Ovest, rispetto ad Hoseda-Hard.
Rispetto al “polo del freddo asiatico”, posto in Jacuzia, si notano alcune analogie, ma anche molte differenze. L’anticiclone termico russo non riesce infatti a imporsi in maniera permanente e lascia queste zone anche in balia di rimonte d’aria calda da Sud, così come dei fronti artici. Se le punte di freddo assoluto sono solo una decina di gradi più alte rispetto a quelle della Jacuzia, le medie termiche invernali sono invece 25, quasi 30 gradi superiori a quelle, ad esempio, di Ojmjakon, dove d’inverno molto raramente si hanno temperature superiori ai -20°C.
Più simile è l’estate, a Pechora come ad Ojmjakon, la temperatura media massima del mese più caldo supera infatti i 20 gradi, la variabilità è notevole e le precipitazioni frequenti e talvolta abbondanti. Il regime pluviometrico dell’artico russo-europeo è però più costante rispetto a quello asiatico e sebbene entrambi abbiano un massimo estivo, le precipitazioni invernali di Pechora e Hoseda-Hard, sono, se non abbondanti, almeno frequenti, quelle di Ojmjakon scarse e frutto della condensazione dell’umidità negli strati prospicienti il suolo.