• Privacy policy
  • Chi Siamo
  • Contatti
lunedì, 19 Maggio 2025
Meteo Giornale
  • Home
  • Previsioni Meteo
  • Mappe
  • Diretta Meteo
  • Magazine
  • Viaggi
  • Home
  • Previsioni Meteo
  • Mappe
  • Diretta Meteo
  • Magazine
  • Viaggi
Meteo Giornale

Nel ghiaccio dell’Antartide i segreti del clima del passato: intervista al paleoclimatologo Valter Maggi

di Massimo Aceti
15 Dic 2009 - 10:22
in Senza categoria
A A
nel-ghiaccio-dell’antartide-i-segreti-del-clima-del-passato:-intervista-al-paleoclimatologo-valter-maggi
Share on FacebookShare on Twitter

Il professor Valter Maggi durante una spedizione tra i ghiacci.
Valter Maggi, geologo e paleoclimatologo, professore e ricercatore presso l’Università di Milano Bicocca, è uno dei maggiori esperti italiani di ghiacciai, sia polari che alpini. Al suo attivo vi sono ben 10 spedizioni in Antartide ed è particolarmente esperto nell’analisi delle “famose” carote di ghiaccio, grazie alle quali si può ricostruire il clima terrestre degli ultimi 800 mila anni. Fa inoltre parte dello Steering Committee del progetto EPICA (European Project for Ice Coring in Antarctica), è membro del “Glaciology Scientific Group” del progetto Italo-Francese “Concordia”, del Comitato Glaciologico Italiano ed ha partecipato al progetto ALPCLIM (Enviromental and Climatic Records from High Alpine Glaciers).

Seguendo una linea che vede il MeteoGiornale impegnato nel dare la parola agli studiosi del clima, vedasi le recenti interviste ai dott. Provenzale, Scafetta, Caserini e Guidi, abbiamo pensato di porre al dott. Maggi alcune domande nell’ambito delle sue specializzazioni, altre più generali sul problema dei cambiamenti climatici e sullo stato della ricerca in Italia.

[MTG] Dott. Maggi, si è appena concluso l’anno idrologico, l’inverno scorso, molto nevoso, aveva fatto sperare in un recupero di massa dei ghiacci alpini, poi è venuta un’estate molto calda e secca. Alla fine il bilancio nell’ultimo anno per i nostri ghiacciai è stato positivo o negativo?

[Prof. Maggi] Circa 15 giorni fa si è riunito il Comitato Glaciologico Italiano, che, tra l’altro, raccoglie i dati del monitoraggio di oltre un centinaio di ghiacciai alpini. Dalle ultime misure risulta un continuo ritiro di praticamente tutti i ghiacciai sotto osservazione. Attenzione, non basta un anno di nevicate abbondanti per cambiare la tendenza di un ghiacciaio. Bisogna vedere cosa succede all’interno dell’intero anno idrologico, tra l’accumulo invernale e la fusione estiva. Inoltre, non basta un anno per invertire la tendenza, un ghiacciaio deve registrare parecchi anni positivi per poter rispondere con un’avanzata.

[MTG] Ci può fornire un’indicazione dello stato dei ghiacci alpini attuali rispetto ai massimi del periodo della Piccola Era Glaciale (PEG) e ai minimi precedenti del Periodo Caldo Medievale (PCM)?

[Prof. Maggi] I ghiacciai alpini, salvo brevi avanzate negli anni ’20 e ’70-80 dello scorso secolo, sono in ritiro a partire dalla metà del XIX secolo, la fine della PEG. Durante la PEG l’avanzata dei ghiacciai è stata la più importante degli ultimi 11000 anni per cui sono state cancellate le tracce lasciate dagli stessi durante il periodo caldo medioevale. Difficile quindi determinare la posizione dei ghiacciai durante il PCM.

[MTG] Negli ultimi 1000 anni il clima europeo ha subìto alcune importanti variazioni: abbiamo avuto un periodo caldo durante il Medioevo, poi un periodo freddo, chiamato PEG, durato circa dal XIV al XIX secolo, infine il Global Warming attuale, che ha avuto inizio da poco più di cent’anni. Questa ricostruzione è stata messa in parte in dubbio dagli studi alla base dell’Hockey Stick di Mann che appiattivano sia la PEG che il PCM dando molto risalto al Global Warming attuale? Lei che opinione ha?

[Prof. Maggi] Sì, negli ultimi 1000 anni abbiamo avuto questi tre principali periodi climatici. L’Hockey Stick è una ricostruzione riuscita male, lo stesso Mann l’ha ammesso, e ricostruzioni successive sono tornate a dare maggior risalto sia al PCM che alla PEG. Tuttavia penso che, anche se la ricostruzione del clima degli ultimi 2000 anni continua ad essere migliorata, mai durante il periodo considerato siano stati raggiunti i livelli degli ultimi 100 anni, sia in valore assoluto che in velocità di riscaldamento.

[MTG] Tra gli argomenti preferiti dagli “scettici” c’è il nome della Groenlandia, che vuol dire “Terra Verde”. E’ vero oppure no che nel Medioevo era molto più calda di adesso?

[Prof. Maggi] Sarebbe importante capire perché è stata chiamata Terra Verde…. c’è chi pensa sia stato un tentativo di ridurre la pressione demografica scandinava durante quel periodo. A parte questo la Groenlandia è coperta da un ghiacciaio di dimensioni enormi, e con un sistema di circolazione marina che tende a mantenere temperature molto fredde. Nel Medioevo le temperature erano mediamente più calde della PEG, e forse vicine a quelle di oggi, ma bisogna ricordare che esiste una variabilità regionale molto importante, oggi difficile da calcolare dato che i modelli non sono ancora particolarmente affinati.

[MTG] Lei è un esperto di paleoclimatologia e di glaciologia antartica. Ci può spiegare perché è così importante l’Antartide per acquisire le conoscenze sul clima del passato?

[Prof. Maggi] Nel ghiaccio dell’Antartide è impressa l’impronta della composizione dell’atmosfera degli ultimi 820 mila anni. Nel Plateau centrale, attorno Concordia, il ghiaccio ha uno spessore di 3.3 km. Ogni strato di ghiaccio corrisponde all’accumulo nevoso di un certo numero di anni. Negli strati più superficiali del ghiacciaio possiamo ricavare informazioni dirette della composizione atmosferica del passato con risoluzione temporale inferiore a 100 anni, mentre negli strati più profondi la risoluzione temporale può raggiungere e superare i 1000/1500. Nei siti più vicini alla costa il ghiaccio è meno profondo, circa 1600 metri come a Talos Dome, ma la risoluzione temporale aumenta, gli accumuli nevosi che possiamo studiare risalgono infatti al massimo a 250 mila anni fa.

[MTG] E in quale modo dallo studio delle carote di ghiaccio si può ricostruire l’andamento climatico della terra?

[Prof. Maggi] Il ghiaccio contiene e conserva gli accumuli nevosi registrati anno per anno, mantenendo praticamente intatta la composizione chimica della neve nel momento della precipitazione. Grazie a questa proprietà possiamo, dall’analisi dei vari strati di una carota di ghiaccio, avere una conoscenza diretta della composizione fisico-chimica dell’atmosfera e della sua evoluzione per tutto il periodo coperto dal campione, e confrontarlo con le informazioni ottenibili dalle precipitazioni odierne. E da queste analisi abbiamo potuto stabilire che attualmente il livello di CO2 e di CH4 in atmosfera è il maggiore degli ultimi 800 mila anni.

[MTG] Considerando che le risoluzioni temporali dei campioni superano anche i 1000 anni per gli strati di ghiaccio più profondi, è possibile che la concentrazione di CO2 raggiunta in alcuni periodi intermedi sia superiore rispetto a quelli attuali?

[Prof. Maggi] Le nostre tecniche di analisi ci permettono di trovare, se non l’esatta concentrazione di CO2 su periodi brevissimi, quantomeno degli indicatori di anomalie. E al momento non c’è nulla che ci indichi la possibilità che la CO2, anche su brevi periodi, abbia raggiunto livelli di concentrazione superiore a quelli attuali.

[MTG] Il clima però in epoche remote è cambiato anche in maniera maggiore di quanto stia avvenendo adesso e c’è chi afferma che non è la temperatura a seguire l’andamento della CO2 bensì il contrario.

[Prof. Maggi] In epoche passate è stato così. Quando la temperatura aumentava causava anche un aumento della CO2. Ma adesso ci troviamo di fronte ad una grande novità, ad un’immissione forzata di CO2 da parte dell’uomo, ed in questo caso è la temperatura che si adegua, aumentando, alla maggiore concentrazione di questo gas in atmosfera (e di altri come il metano).

[MTG] E quindi le variazioni climatiche del passato, se non alla CO2, a cosa erano dovute?

[Prof. Maggi] Il clima varia naturalmente seguendo i cicli Milankovitch. Si tratta di cicli di circa 100 mila anni legati all’eccentricità dell’orbita, di 41 mila anni legati all’inclinazione assiale, e di 20 mila legati alla precessione degli equinozi. Queste variazioni astronomiche determinano i grandi cicli glaciali e interglaciali. Si ritiene ad esempio che il continente antartico si sia scaldato di 10-12 gradi dall’ultimo massimo glaciale all’inizio dell’Olocene (l’era attuale). Durante l’Olocene (ultimi 11000 anni), in un periodo caratterizzato dall’assenza di grandi variazioni astronomiche, secondo le nostre ricostruzioni è invece variato pochissimo. Tuttavia non possiamo escludere che variazioni maggiori si siano avute a livello regionale, come sta avvenendo in questo periodo nella Penisola Antartica, per il momento unica zona dell’Antartide in cui si registra un notevole riscaldamento climatico negli ultimi decenni.

[MTG] Ci troviamo dunque nel periodo di massima variazione climatica dell’Olocene?

[Prof. Maggi] E’ possibile, anche se con le attuali tecniche di analisi siamo in grado di ricostruire molto bene i trend ma assai meno le variazioni su brevi periodi, soprattutto se a carattere regionale.

[MTG] Secondo alcune stime la fusione dei ghiacci continentali antartici potrebbe innalzare il livello dei mari di circa 60 metri. Ma è vero oppure no, che anche la fusione dei ghiacci marini potrebbe avere effetti disastrosi sul livello dei mari?

[Prof. Maggi] No, il rischio è dato solamente dalla fusione dei ghiacci della piattaforma continentale. E solamente se si fondesse tutto l’Antartide si avrebbe un aumento del livello dei mari di 60 metri. Per fortuna l’Antartide continentale risponde molto lentamente alle variazioni climatiche, se però comincia a muoversi…

[MTG] Secondo il Suo parere, non fosse intervenuto l’uomo, il periodo della PEG si sarebbe prolungato fino ai nostri giorni, o saremmo comunque andati incontro ad un riscaldamento climatico, solo meno intenso?

[Prof. Maggi] Il fatto che l’intervento dell’uomo è in parte causa delle variazioni climatiche che si registrano negli ultimi decenni è abbastanza certo. I modelli danno risultati che, a scala globale, vanno in quella direzione. Su cosa sarebbe successo in mancanza dell’uomo è invece una domanda a cui è difficile dare una risposta. Non conosciamo completamente il nostro sistema climatico, anche per l’impossibilità di fare sperimentazione e capire gli errori dei modelli.

[MTG] Ci sono ricercatori, come Scafetta, che studiano la possibile influenza solare sugli attuali cambiamenti climatici. E’ un ambito in cui la ricerca dovrebbe acquisire maggiori conoscenze, o è tempo (e denaro) sprecato?

[Prof. Maggi] Cercare di capire non è mai tempo (o soldi) sprecato/i. Ovviamente il Sole è il primo imputato delle variazioni climatiche in quanto fornisce l’energia, cioè il carburante, al nostro Pianeta. Non mi sembra però che si riesca a dare significativi dati in questa direzione in riguardo ai cambiamenti climatici attuali. Gli effetti dell’uomo sembrano per ora vincere su quelli del Sole.

[MTG] E delle critiche di Scafetta alla scarsa attendibilità degli attuali modelli climatici?

[Prof. Maggi] Come ho già spiegato prima è vero che nel nostro ambito di ricerca abbiamo un problema, che consiste nel non poter verificare i risultati di una simulazione. Tuttavia, siccome i modelli climatici implementano lo stesso schema fisico dei modelli meteorologici, possiamo, pur con qualche limite, usare questi ultimi per effettuare le verifiche. Ritengo comunque che attualmente l’utilizzo dei modelli sia il miglior sistema che abbiamo per poter avere informazioni su come il clima può rispondere alle varie forzanti.

[MTG] Secondo Lei, ci può essere un’interferenza filosofica (antropocentrica) nel guidare la scienza climatica principalmente verso la ricerca delle cause di variazione antropiche, piuttosto che su quelle naturali?

[Prof. Maggi] Io sono un geologo, ed un paleoclimatologo, e l’uomo l’ho incontrato poco nei miei studi (e comunque in periodi non sospetti), per cui sono poco influenzato dalla visone antropocentrica. Certamente il problema dei cambiamenti climatici è un problema dell’uomo… così come lo intendiamo. Il nostro Pianeta ha sterminato, nella sua storia, centinaia di migliaia di specie, e probabilmente, lo farà ancora nel futuro. Il problema è che stiamo facendo un esperimento interessante: vedere fino a quando riusciamo a modificare il sistema climatico prima che questo risponda in modo serio. Non considero questo esperimento molto furbo, dato che usiamo il pianeta su cui viviamo (che pare essere l’unico). Questo è il problema antropocentrico.

[MTG] Le evidenze scientifiche delle responsabilità umane nel Global Warming, sono così ampie da imporre un cambiamento del nostro sistema energetico e produttivo per salvare il pianeta da futuri e quasi imminenti catastrofi? Non potrebbe esserci il rischio, nel caso di stop non previsto del Global Warming, di avere una giustificazione per poter continuare ad inquinare?

[Prof. Maggi] Migliorare la propria vita e quella degli altri mi sembra almeno intelligente, ed inquinare meno è, al limite, furbo! Noi non possiamo respirare o mangiare quello che emettiamo per cui… Certo, possiamo anche pensare che quello che facciamo non abbia nessun effetto sul sistema climatico del nostro pianeta, ma mi sembra che siano assai poche le cose che non abbiano, in generale, sia una causa che un effetto.

[MTG] Crede quindi che sia giusto puntare tutto sui disastri climatici prossimi venturi e sulla diminuzione di CO2 e degli altri gas serra, come giustificazione per modificare il nostro sistema energetico-produttivo?

[Prof. Maggi] Suppongo ci sia l’esigenza di dover dare un messaggio chiaro, univoco e di impatto. L’abbattimento della CO2 porterebbe come conseguenza anche la riduzione di altre sostanze dannose per la salute e l’ambiente. Ad esempio le automobili non emettono solo CO2, ma anche benzene ed altre sostanze cancerogene.

[MTG] E’ corretto affermare che “Sulle pubblicazioni scientifiche la domanda non è più se la causa sia imputabile agli esseri umani, ma quanto è breve il tempo che abbiamo ancora a disposizione per contenere i danni”? I tempi della politica forse impongono questa visione, ma sono compatibili con quelli della scienza?

[Prof. Maggi] I tempi della politica sono funzione degli obiettivi che si prefiggono, quelli della scienza sono in funzione degli strumenti che vengono sviluppati per capire. Ovviamente non sempre vanno alla pari, ma ricordo che sono anni che vengono studiati metodi di valutazione, di impatto e di mitigazione degli effetti climatici sui vari comparti della vita umana e del pianeta… ma non sempre la politica fa coincidere i programmi con lo sviluppo scientifico.

[MTG] Ma c’è la possibilità che taluni scienziati cerchino di manipolare i risultati dei propri studi per rispondere ad esigenze e logiche politiche, economiche o di altro interesse? Il recente scandalo delle e-mail “rubate” all’Hadley Centre sembra suggerire questa evenienza.

[Prof. Maggi] Certamente è possibile. Ci sono centri che hanno puntato tutto il loro ambito di ricerca in una direzione e devono giustificare i finanziamenti che ricevono. Tuttavia penso non sia la regola, e gli errori, siano essi fatti in buona fede per mancanza di conoscenza, sia per dolo, prima o poi vengono scoperti da altri ricercatori. Inoltre tutti gli studi scientifici devono subire il processo di revisione paritaria, vale a dire prima della pubblicazione e dell’accettazione in ambito scientifico, devono superare la valutazione di specialisti.

[MTG] Come pensa che venga affrontata la questione dei cambiamenti climatici dai media? In maniera corretta, superficiale, sensazionalistica o altro?

[Prof. Maggi] Credo soprattutto che non se ne parli abbastanza! Una volta esaurita la forza mediatica come quella dell’attuale summit di Copenaghen, l’argomento sparisce dall’attenzione dei media.

[MTG] E crede che i giornalisti scientifici siano sufficientemente preparati e corretti nel proporre al grande pubblico gli studi della scienza?

[Prof. Maggi] Dipende, esiste sicuramente molta confusione. Penso che un giornalista scientifico abbia il compito di rendere fruibile l’informazione scientifica, ma questo lo obbliga allo sforzo di entrare nel problema scientifico da divulgare, lavoro non facile e che necessita di grande professionalità. Poi ci sono coloro che guadagnano (soldi, prestigio, posizioni o altro) seguendo una o l’altra visione del problema… Questo è il problema!

[MTG] Ci può fornire una sua valutazione delle condizioni in cui versa la ricerca in Italia e qualche consiglio a chi volesse intraprendere il percorso di ricercatore?

[Prof. Maggi] In una frase non è facile rispondere. Bisogna sicuramente ristrutturare il sistema della ricerca italiana, permettendo di finanziare anche progetti di ricerca a lunga scadenza e più vicini agli standard europei. Siamo in fondo alla classifica dei finanziamenti alla ricerca dei paesi sviluppati (e non solo), e non riusciamo a raggiungere in modo significativo i finanziamenti internazionali proposti dalla UE. C’è chi consiglia ai nostri giovani di andare all’estero, non sono troppo d’accordo, ma sicuramente offre maggiori opportunità.

Ringraziamo il Prof. Maggi per la disponibilità e per la gentilezza dimostrata e diamo appuntamento alla prossima intervista che possiamo anticipare avrà come protagonista un altro tra i più prestigiosi climatologi italiani.

CondividiTweetCondividi
Prossimo articolo
europa-congelata:-interferenze-gelide-in-rotta-verso-l’italia,-i-rischi-neve-nel-week-end

Europa congelata: interferenze gelide in rotta verso l'Italia, i rischi neve nel week-end

Cerca in archivio

Nessun risultato trovato
Guarda tutti i risultati
transita-una-debole-perturbazione-oceanica.-piu-nubi-e-piogge-al-nord

Transita una debole perturbazione oceanica. Più nubi e piogge al nord

1 Settembre 2008
violento-maltempo-e-via-verso-dicembre-con-novita-meteo-esplosive

Violento maltempo e via verso dicembre con novità meteo esplosive

22 Novembre 2016
meteo-che-domani-peggiora.-pioggia-e-neve,-poi-freddo

METEO che domani peggiora. PIOGGIA e NEVE, poi FREDDO

9 Febbraio 2019
evoluzione-meteo-prossime-ore:-rovesci-e-temporali-al-sud-italia

Evoluzione meteo prossime ore: rovesci e temporali al Sud Italia

22 Settembre 2016
Maggio 2025
L M M G V S D
 1234
567891011
12131415161718
19202122232425
262728293031  
« Ott    
  • Privacy policy
  • Chi Siamo
  • Contatti

Innovazione Scienza S.r.l. unipersonale P.IVA/C.F. 10463560960- Milano (MI)
Credit immagini: le immagini utilizzate su questo sito sono con licenza e copyright di Adobe Stock, Canva, Shutterstock, Dreamstime e Freepik.

Nessun risultato trovato
Guarda tutti i risultati
  • Home
  • Previsioni Meteo
  • Mappe
  • Diretta Meteo
  • Magazine
  • Viaggi

Innovazione Scienza S.r.l. unipersonale P.IVA/C.F. 10463560960- Milano (MI)
Credit immagini: le immagini utilizzate su questo sito sono con licenza e copyright di Adobe Stock, Canva, Shutterstock, Dreamstime e Freepik.