L’immagine che abbiamo noi del tempo atmosferico natalizio, permutata dalle tanti immagini e cartoline di auguri che ci scambiamo, e di un certo “immaginifico” collettivo, è quella del freddo, e della neve che cade a larghi fiocchi, indisturbata dal vento.
Si tratta però di un’immagine edulcorata, tratta probabilmente dai racconti di Dickens, che raramente corrisponde alla realtà.
Il periodo Natalizio cade infatti poco dopo il solstizio invernale, ed è una decade che, sovente, viene interessata dal passaggio di veloci perturbazioni atlantiche, con venti da ovest che mitigano il clima continentale, dovuti anche al fatto che la corrente a getto occidentale raggiunge la sua massima velocità proprio attorno a questi giorni.
E’ raro, infatti, osservare un Natale “bianco” sulla nostra Penisola, così come altrettanto raro è vedere un Natale innevato a Londra.
Osserviamo infatti quella che è la normale disposizione isobarica sull’Europa nel giorno di Natale.
Un “treno” di veloci correnti sud occidentali attraversa normalmente tutto il Continente, dalla Francia alla Russia, e dalle Isole Britanniche alla Scandinavia, mitigando il clima europeo ed anche quello della Russia stessa.
In Italia è spesso presente Anticiclone sulle Alpi e Depressione sulle Regioni Meridionali, in un contesto, comunque, di clima piuttosto mite.
Sulla nostra Penisola è generalmente la prima metà del mese di Gennaio il periodo più rigido dell’anno, ma, nella nostra climatologia, non è raro vedere le massime ondate di freddo interessare il mese di Febbraio.
Se dunque il clima natalizio è quasi sempre mite, in alcuni casi però si è veramente patito un gran freddo.
In un precedente articolo, abbiamo citato il caso del freddissimo Natale del 1962, che, a Milano Brera, ha registrato due giorni di ghiaccio.
La neve cadde, il giorno 24 Dicembre, sulle città di Milano, Torino, Verona, Bologna, Ancona, Perugia, Pescara e Potenza.
Questo a causa di un possente anticiclone con massimo di 1045 hPa sulla Danimarca, che faceva affluire sulla nostra Penisola aria freddissima da est, con isoterme che sfioravano i -15°C ad 850 hPa sull’Europa Centrale.
Quel giorno si registrarono temperature di -7/-2°C a Bolzano, -5°/-3° a Trieste, -4°/0° a Verona, -4°/-2° a Milano Linate, -6°/3° Torino, 0°/+2° a Genova, -1°/+1° a Firenze, -5°/-3° a Bologna, -5°/0° a Perugia, -6°/-1° a Potenza.
Il giorno di Natale un gelido anticiclone sostò sulle pianure innevate, provocando la caduta delle temperature.
Le minime notturne raggiunsero infatti i -13°C a Bolzano, -8°C a Verona, -6° a Torino, -5°C a Trieste con bora.
A quel che ci è dato di sapere, esso costituisce, per l’Italia, il Natale più freddo dal Dopoguerra.
Altri Natali molto freddi vi furono nel 1986, e nel 1996 con la famosa irruzione di “Burano”, che, tuttavia, colpì la nostra Penisola nei giorni successivi al Natale.
Ma se nel 1996 l’episodio freddo natalizio rimase l’unico importante di tutta la stagione invernale, sia gli inverni 1962/63 che 1986/87 furono invece perturbati e gelidi.