Nell’immaginario collettivo, il Natale che tanti desiderano sarebbe quello di paesaggio innevato, con l’atmosfera ovattata a rendere ancora più speciale la festività più bella dell’anno. Per tantissime persone il Natale tanto sognato è questo, soprattutto per i bimbi.
Invece, come diciamo spesso, molto raramente nella storia recente si sono avuti scenari da “Bianco Natal”. Naturalmente stiamo parlando del Natale nelle nostre città, in pianura o sul mare. Addirittura è più facile avere la neve per Pasqua, nonostante questa festività cada spesso in primavera.
Per poter vivere un Natale con i fiocchi in fondo in fondo basterebbe trascorrerlo in una delle nostre splendide località di montagna, ma ovviamente non tutti possono farlo e in ogni caso non sarebbe mai la stessa cosa. La magia del Bianco Natale è avere la neve davanti alla porta di casa.
Da quanto detto siamo abituati al Natale con l’anticiclone o con il bel tempo e soprattutto con il clima mite poco invernale. Nemmeno quest’anno fa eccezione, dato che in questo dicembre di neve ne abbiamo avuto poca e il clima di questo periodo è molto mite. A Natale avremo l’anticiclone, che striderà con la neve.
Se guardiamo al passato, la storia insegna che la neve a Natale è tutt’altro che frequente. Sono davvero rari gli episodi che si ricordano, anche in quelle zone dove certo la dama bianca non rappresenta un ospite inatteso in inverno.
Una nevicata a Natale non avrebbe eguali. Ebbene, uno degli ultimi Natale con la neve è stato quello del 25 dicembre del 2000 in parte della Val Padana, specie tra Piemonte, parte della Lombardia, ovest Emilia e Liguria interna.
La neve imbiancò anche Milano, provocando peraltro dei disagi, in quanto si accumularono dai 15 ai 20 centimetri di manto bianco. Si trattò della tipica nevicata da cuscinetto freddo, giunta a seguito di un afflusso gelido artico continentale avutosi nei giorni precedenti.
Alla Vigilia di Natale arrivò la perturbazione e l’afflusso mite innalzò le temperature alle medie quote ovunque, tranne al Nord-Ovest dove riuscì a persistere un profilo termico ed igrometrico favorevole a nevicate lungo tutta la colonna d’aria.
Una serie di coincidenze favorevoli permisero la nevicata, con una perfetta tempistica di arrivo della perturbazione. Non fu invece così tra Triveneto ed Emilia, dove il più marcato afflusso mite in quota portò il fenomeno della pioggia congelantesi, o gelicidio, certamente più insidioso e meno suggestivo.