Stiamo discutendo, da giorni, dell’anomalia anticiclonica che ci riguarda. Anomalia che a livello termico è meno pronunciata e per nulla paragonabile a quanto sta accadendo in altre zone d’Europa (diciamo pure sulla gran parte del Continente). L’analisi che proponiamo non è nata per mettere in discussione gli accadimenti attuali, quanto per sottolineare la non eccezionalità di festività natalizie all’insegna del bel tempo.
Altro discorso è il caldo anomalo, quello sì non è così frequente. Uno dei casi più eclatanti del passato è il Natale del 1983. La mappa di reanalisi, indicante le temperature registrate alla quota isobarica di riferimento 850 hPa (circa 1500 metri di quota) ci mostra isoterme pazzesche: addirittura la +15°C, un valore tipicamente estivo che molto probabilmente diede luogo a temperature al suolo non certo invernali.
Tornando ai “Natali anticiclonici” possiamo citare alcuni casi dei tempi recenti. Il 1°, ad esempio, è quello del 2004. All’epoca non si raggiunsero i valori termici succitati, ma certo non fu freddo.
A seguire il Natale del 2006, che invece fu mite soprattutto al Centro Nord e in Sardegna: le isoterme a 850 hPa raggiunsero 10°C e l’alito mite nord africano si fece sentire maggiormente sui rilievi.
Potremmo continuare all’infinito, rinvangando episodi passati ancor più eclatanti. Ciò non toglie che l’attuale dominio anticiclonico – pressoché ininterrotto da un mese e mezzo – passerà alla storia come uno dei più duraturi del semestre freddo.