Spadroneggia in modo assoluto l’anticiclone sul cuore dell’Europa: l’invecchiamento e la persistenza di tale struttura barica stanno aggravando il ristagno dell’aria nei bassi strati, dove non avviene nessun rimescolamento. Hanno così la meglio le nebbie e le nubi basse sulle grandi pianure, dove si rafforza l’inversione termica con il freddo umido incollato al suolo. Come già accaduto ieri, le temperature massime sono rimaste in qualche caso molto rigide, addirittura sottozero anche in pieno giorno: giornata di ghiaccio, con temperatura sempre negativa, anche a Praga e Vienna. Le nebbie si sono propagate anche a parte della Francia, tanto che a Parigi il termometro non ha superato la soglia dei 4 gradi.
Freddo ancor più intenso su parte dell’Est Europa, ma qui le temperature basse sono il risultato della spinta di correnti fredde che penetrano dalla Russia, scorrendo sul bordo orientale dell’alta pressione. Gelo e neve, oltre alla Russia, hanno interessato in genere l’Ucraina. Non siamo comunque in presenza ancora del vero gelo, ma giorno dopo giorno le temperature sono sempre più basse e sembrano crearsi le condizioni per la genesi di un primo serbatoio d’aria piuttosto rigida che preannuncia l’avvio dell’inverno.
Analogamente a quel che accade sull’Europa Centrale, non appare troppo diversa la situazione sulle pianure del Nord Italia: la nebbia è risultata fitta e persistente non ovunque, ma specie a ridosso dei grandi corsi d’acqua. Fra le città più fredde segnaliamo quelle della pianura emiliana, ovvero Parma e Piacenza, ove la temperatura non è andata oltre i 4 gradi (proprio come Parigi). Laddove ha prevalso il sole, la temperatura è schizzata verso valori piuttosto miti, ma le maggiori anomalie riguardano in particolare i rilievi alpini che si trovano oltre il limite dell’inversione termica. L’abbraccio dell’anticiclone si fa sentire su quasi tutta Italia, eccetto che sulle Isole Maggiori dove è penetrata una banda nuvolosa che vediamo allungarsi dalle Baleari verso lo Ionio. I maggiori fenomeni hanno riguardato le aree meridionali della Sicilia e l’est della Sardegna.