Il cambiamento meteo atteso per il prossimo fine settimana era già nell’aria da alcuni giorni. Tuttavia, in un primo tempo l’ipotesi più probabile era quella dell’ingresso di un robusto vortice di bassa Pressione sul Mediterraneo occidentale, in lenta evoluzione verso E/SE. Con tale evoluzione, le piogge più importanti si sarebbero verificate sui versanti occidentali dell’Italia, con correnti per lo più sciroccali e campo termico ancora sopra la norma.
Invece, dapprima le GFS e a seguire anche i modelli europei hanno indicato nei runs odierni un ingresso più orientale della saccatura di matrice nord-atlantica, che, a vedere le ultime interpolazioni, farà ingresso diretto sulla nostra Penisola col suo carico di precipitazioni e di aria fredda in quota. Ancora da valutare se tale figura depressionaria riuscirà ad evolvere fin sullo Ionio, oppure se rimarrà confinato alle regioni centro-settentrionali.
Già l’analisi sulle 72 ore mostra il netto approfondimento della saccatura in quota verso la Penisola Iberica, che esalterà più a est la risalita di un temporaneo promontorio di matrice sub-tropicale, con risalita d’aria calda verso il lato ovest dell’Italia, specie la Sardegna. Solo sull’arco Alpino occidentale inizierà la progressiva erosione del muro anticiclonico, con graduale peggioramento nel corso della giornata.
Nella giornata di sabato 5 novembre, un promontorio anticiclonico da ovest (vicino Atlantico) destabilizzerà il tentativo di genesi depressionaria sulla Penisola Iberica, ed ecco che l’assalto della saccatura nord-atlantica sarà costretto ad intraprendere una traiettoria dalla Francia verso il Mediterraneo centro-occidentale, con probabile formazione a livello del suolo della depressione orografica “Genova Low”.
Nel contempo, anche in direzione delle isole britanniche l’Anticiclone protenderà un suo braccio in quota, tale da determinare un iniziale cut-off della saccatura.
Le elaborazioni per domenica mostrano in effetti il vortice in piena azione sui nostri mari. Il modello americano intravede il centro del vortice sul nord-ovest dell’Italia, mentre le ECMWF lo intravedono appena ad ovest della Corsica e della Sardegna. Le UKMO individuano il centro depressionario leggermente più ad ovest, praticamente in prossimità del golfo del Leone.
Quest’elaborazione a 120 ore risulta abbastanza attendibile, vista la similitudine che emerge tra le varie ipotesi. Naturalmente sono tutte carte proiettate verso una situazione di maltempo, naturalmente GFS vede anche una decisa penetrazione fredda dalla Porta del Rodano, come conseguenza della traiettoria più orientale del vortice, che favorirebbe anche le prime nevicate fino a quote prossime ai 1500 metri non solo sulle Alpi, ma persino sull’Appennino centro-settentrionali.
A più lungo termine, il modello americano vede il vortice indebolito andare ad esaurirsi in prossimità dei Balcani, mentre ECMWF individua la fase di definitivo colmamento ancora sui mari italiani.
In conclusione, ci teniamo a sottolineare che l’ultimo run delle GFS sembra però sorprendentemente stravolgere quest’evoluzione su cui tutti i principali modelli matematici avevano avuto modo di trovare sincronia fino a questa mattina, comprese le tedesche DWD.
Ma l’ultimo run del modello più seguito appare davvero al momento come un’unica voce fuori dal coro (ritrattazione davvero troppo pesante), andando a smentire il rilevante peggioramento, a causa della resistenza dell’Anticiclone a tutte le quote in sede mediterranea, pronto a spazzare ogni palese tentativo di ingresso incisivo del vortice depressionario. Al riguardo, si attendono necessariamente ulteriori conferme, non solo dalle successive elaborazioni americane, ma anche dalle carte del centro Europeo di Reading.