Non sempre è facile fare chiarezza nel caos modellistico che ci viene proposto ogni giorno dalla rete internet.
I modelli matematici, infatti, non sono tutti uguali, e, le loro differenze, le possiamo notare soprattutto quando le situazioni meteorologiche sono assai complesse e di non facile interpretazione.
Anche la situazione attuale è di questo tipo, con aria fredda dalla Russia che preme verso ovest, ed aria più mite ed umida atlantica in moto verso est.
Il contrasto tra questi due tipi di masse d’aria non è di facile risoluzione per i modelli matematici che hanno, come punto debole, la mancanza di una definizione perfetta delle catene montuose presenti sull’Italia, e sull’Europa centro orientale in genere.
Inoltre, c’è sempre una intrinseca difficoltà a risolvere il problema dei moti retrogradi, in latitudini come le nostre dove i moti occidentali delle masse d’aria sono nettamente prevalenti.
I modelli globali GFS ed ECMWF dovrebbero essere teoricamente i più attendibili, in quanto presentano l’esame di un notevole numero di livelli atmosferici, ma per la risoluzione a piccola scala occorre valutare i risultati dei modelli LAM, ovverosia i vari BOLAM, MM5, WRF, che non possono andare oltre le 96 ore di scadenza.
Un metodo alternativo è quello di analizzare le mappe ENS, che risultano essere create con piccole “perturbazioni” dei dati iniziali, in modo da simulare condizioni alternative a quella principale, che possono avere un minimo di probabilità di verificarsi, in quanto possono esserci errori strumentali anche ampi nelle rilevazioni iniziali.
Basti pensare che, gli strumenti posizionati sui palloni-sonda adoperati per i radiosondaggi, da cui partono i dati che inizializzano un modello matematico, hanno un errore strumentale di +- 1°C, quanto basta per modificare in modo sostanziale una previsione, soprattutto a lunga scadenza.
ECMWF ha adottato, a tale scopo, una variazione dei dati iniziali tale da creare una quarantina di membri differenti di previsione, in modo da valutare l’attendibilità e l’affidabilità di un run modellistico.
Purtroppo tali risultati non sono però accessibili al pubblico, mentre lo sono quelli delle ensemble di due modelli americani, lo statunitense GFS ed il canadese GEM, che utilizzano una ventina di membri ciascuno per ogni run modellistico.
L’ultima novità è quella di “mescolare” i risultati delle Ensemble delle GFS, con quelle delle GEM, in modo da creare un “fascio” di variazione di 40 membri, e poi di creare delle apposite mappe “medie” di tale fascio, che dovrebbero rappresentare l’evoluzione più probabile a livello modellistico.
Questo tipo di ensemble dovrebbe aiutarci soprattutto in quei casi nei quali c’è molta incertezza previsionistica, come l’attuale.
Per curiosità, possiamo osservare quella che sarebbe la previsione di questo nuovo tipo di ensemble (che interessa ben due modelli matematici invece che uno), per i prossimi giorni.
In particolare si assisterebbe al transito di una debole saccatura atlantica nella giornata di domenica 30 dicembre, seguita da venti di tramontana, e rapido abbassamento della temperatura, con maltempo limitato al Sud Italia nei giorni successivi.
L’inizio del nuovo anno porterebbe la formazione di un robusto anticiclone al suolo sulla Russia, con la retrogressione di un polo di aria fredda in quota in direzione dell’Italia.
Questo porterebbe, nei primi giorni di gennaio, ad un periodo di freddo intenso per la nostra Penisola, con temperature che, il giorno 03, sarebbero fra i 4 e gli 8°C inferiori alla norma, e la formazione di una depressione che interesserebbe il Centro ed il Sud della Penisola, lasciando però quasi all’asciutto il Nord Italia.
Le perturbazioni atlantiche, infatti, non riuscirebbero a “forzare” il blocco anticiclonico se non, forse, per il giorno di Befana.
A questo punto, non resta che osservare quella che sarà la “vera” evoluzione del tempo, per valutare se questo nuovo metodo previsionistico presenta o no una sua validità.