Il guasto meteorologico, in azione quest’oggi a ridosso delle due Isole Maggiori, è prodotto dall’approfondimento di una ciclogenesi a tutti i livelli dell’atmosfera, generata dalla confluenza fra le masse d’aria in costante afflusso dall’Est Europeo ed infiltrazioni d’aria più temperate d’estrazione oceanica, richiamate dalla Penisola Iberica e dal nord del Maroco.
Questo scontro proseguirà anche nei prossimi giorni, con una configurazione barica pressoché bloccata che porterà deboli correnti sub-tropicali oceaniche ad interagire sul Basso Mediterraneo con l’aria ben più fredda richiamata dai Balcani. I giorni più perturbati saranno oggi e domani, anche se successivamente l’instabilità insisterà sulle regioni meridionali e lungo i versanti adriatici
Rammentiamo che l’Anticiclone sul Nord Europa continua a monopolizzare lo schema barico, impedendo l’intrusione delle vere correnti atlantiche sul Vecchio Continente ed imponendo questa circolazione retrograda, da est verso ovest, su tutta la fascia centro-meridionale europea.
Solo sul finire della settimana l’Alta Pressione recupererà posizioni più a sud, ponendo i massimi sull’Europa Centrale ed attenuando progressivamente il flusso instabile orientale sul bacino del Mediterraneo. Da qui si aprirà una fase nuova, ancora piuttosto complessa ed incerta: a tal proposito è interessare vedere quali sono le indicazioni evolutive dei principali modelli matematici.
Il modello GFS conferma il rialzo dei geopotenziali per il week-end, ma ancora nella giornata di Domenica 28 le estreme regioni meridionali saranno lambite dalla circolazione settentrionale richiamata da un cut-off sull’Egeo. Lieve instabilità è possibile sui versanti ionici, mentre sul resto d’Italia la stabilità sarà garanzia di cieli sereni e clima gradevole.
L’Alta Pressione troverà una sua maggiore dimensione proprio all’inizio della settimana, che coinciderà con gli ultimissimi giorni del mese. Non sarà una struttura anticiclonica particolarmente solida, tanto che deboli infiltrazioni oceaniche proveranno a mettersi in moto sulle nostre regioni. Non si tratterà d’infiltrazioni destinate ad arrecare disturbo, in quanto il modello americano indica massimi pressori anticiclonici appena ad ovest delle Isole Britanniche, a chiusura della porta atlantica.
Questa cellula anticiclonica sulle Isole Britanniche potrebbe giocare un ruolo determinante nell’evoluzione successiva d’inizio Ottobre, in quanto favorirebbe la discesa di masse d’aria artiche dalla Scandinavia verso l’Europa Centro-Orientale, con lo sprofondamento di una relativa saccatura depressionaria a tutte le quote.
Per il modello americano, la traiettoria dell’incursione fredda resterà principalmente diretta verso i Balcani, con il baluardo alpino che riparerà in gran parte le nostre regioni. Tuttavia, in virtù del rinforzo anticiclonico a livello del suolo appena a nord delle Alpi, parte dell’aria fredda si riverserà nei bassi strati lungo le nostre regioni, colpendo in particolare i settori orientali (vi sarà occasione per un blitz di isoterme di 0/-1°C ad 850 hPa tra il Triveneto e l’Alto Adriatico.
L’evoluzione indicata dalle ECMWF sul lungo termine è decisamente diversa: a seguito del rinforzo anticiclonico del week-end, è indicata una lieve temporanea flessione barica per i primi giorni della settimana, soprattutto sul Nord Italia, a causa dell’incursione di una debole curvatura ciclonica in quota di natura oceanica.
L’ipotesi di una maggiore influenza oceanica, negli ultimi giorni del mese, è suffragata anche dalle UKMO e dalle mappe canadesi GEM; queste ultime, che si spingono fino alle 240 ore, fanno solo immaginare le possibilità di una successiva influenza fredda sulla nostra Penisola, per l’espansione di una depressione a carattere freddo dai paesi scandinavi.
Proseguendo l’analisi delle ECMWF, per i primi giorni di Ottobre l’Alta Pressione riprenderà fiato sul Mediterraneo Centro-Occidentale, ma sarà leggermente smorzata dai tentativi d’avvicinamento di disturbi oceanici dalla Penisola Iberica. Quest’evoluzione, riferita a 9-10 giorni, comporta delle significative divergenze, rispetto alle GFS, anche su scala europea.
Il modello di Reading indica infatti il rinforzo di una cella altopressoria sulla Scandinavia e non tra il Regno Unito e la parte occidentale dell’Europa. Siffatta evoluzione non favorirebbe la discesa di masse d’aria artiche in vicinanza dei nostri confini, ma si troverebbero relegata sulla Russia ed Est Europeo.
In conclusione, le possibilità di nuove decise interferenze fredde, stavolta di natura artica scandinava, sono per il momento limitate alla “fanta-evoluzione” riscontrabile dal run ufficiale delle GFS di questa mattina. Vale la pena notare che nessun modello matematico intravede una seria ripresa del flusso atlantico e delle perturbazioni ad esso associate. Saranno ancora le Alte Pressioni, centrate a latitudini medio-alte europee, ad impedire gli spunti depressionari dall’Atlantico.