Le correnti fresche ed instabili restano ancora libere di scorrazzare sull’Italia, per via dell’assenza della protezione di un campo anticiclonico, il quale resta confinato ad occidente con nuove espansioni verso nord-est, in direzione della Penisola Scandinava. Le infiltrazioni d’aria fresca giungono dai Balcani, legate a quella vasta circolazione instabile presente su quasi tutto il comparto centro-orientale dell’Europa: nelle ultime ore un notevole mulinello freddo, proveniente dalla Germania, ha scavalcato l’Arco Alpino per determinare l’attuale fase di forte instabilità, ben evidente da quella perturbazione temporalesca, che al momento sta colpendo le regioni centrali e la Sardegna, dopo aver colpito in mattinata con grandinate e notevoli scrosci di pioggia l’Emilia Romagna e la Liguria.
Il grosso della perturbazione si è spostato sulle regioni centrali, con temporali a catena che stanno interessando la Toscana, l’Umbria, il Lazio ed il nord della Sardegna, oltre naturalmente alla Corsica. Il peggioramento in atto sull’entroterra laziale, mentre scriviamo, si va espandendo verso le zone limitrofe ed in seguito sulle coste, con temporali che ormai a breve dovrebbero colpire anche la Capitale. Il Sistema di rilevamento delle scariche elettriche (a cura di CESI-SIRF) mostra come l’area più colpita dalle scariche elettriche fra le ore 15 e le ore 16 sia stata quella compresa fra il viterbese ed il ternano, ma i fulmini caduti in tutta Italia ammontano a ben 599 nello stesso frangente di 60 minuti.
L’instabilità, derivante dal dilagamento dell’aria fredda in quota, si sta manifestando anche su parte delle regioni meridionali, attraverso l’insorgenza di imponenti nubi torreggianti che stanno propiziando temporali tra l’Appennino Campano, quello Lucano e buona parte dell’entroterra della Puglia centro-settentrionale. I fenomeni stanno quindi interessando solo le zone interne e montuose, mentre risultano invece più organizzati sulla parte settentrionale della Sardegna, dove interessano indistintamente le coste e le zone interne, specie per quanto attiene la fascia gallurese a cui si riferisce l’immagine in basso.