Oggi è l’anniversario di una delle massime eruzioni vulcaniche dei tempi moderni, quella del Monte St. Helens, che esplose con forza proprio il 18 Maggio dell’anno 1980.
L’eruzione, avvenuta nello stato di Washington (Stati Uniti), immise nell’atmosfera una colonna di cenere alta ben 24 km, e venne classificata come VEI5 nella scala di violenza delle eruzioni vulcaniche.
Le ceneri caddero su circa 11 stati statunitensi e 5 canadesi, provocò 57 vittime, ed inoltre più di un miliardo di dollari di danni.
Questa eruzione è stata preceduta da numerosi eventi, quali terremoti, deformazioni superficiali, emissione di gas, ecc, per cui l’evento era atteso dai geologi, tuttavia, come spesso accade, colse di sorpresa le squadre di scienziati, tanto alcuni di loro morirono al momento dell’esplosione.
Interessanti furono anche gli effetti climatici globali relativi a tale eruzione: l’emissione nell’alta atmosfera di particelle di zolfo riflettenti la radiazione solare, provocarono una probabile diminuzione delle temperature della terra di circa 0,2/0,3°C.
Molto peggio andò nell’eruzione del Monte Tambora, dell’aprile 1815, quando si stimò un calo delle temperature globali di almeno 1°C, a causa dell’immensa quantità di ceneri liberate nell’atmosfera.