Una volta acquisita l’immagine si è corretto l’effetto solare per normalizzare la radianza spettrale in maniera da ottenere valori più attendibili. La correzione si effettua mediante l’uso di coefficienti correttivi e funzioni interpolatici rintracciabili presso il sito NOAA, sono infatti procedure di calibrazione da fare a terra poiché dipendono dalle condizioni atmosferiche.
A questo punto il software appropriato (ENVI) calcola l’indice di verde (NDVI) come rapporto tra la differenza delle Riflettanze nel Vicino Infrarosso e nel Rosso e la loro somma.
Come avevamo detto nel precedente studio sull’indice di verde della Sardegna ricordiamo che la vegetazione in salute generalmente riflette dal 40% al 50% dell’energia incidente nel vicino infrarosso (0.7-0.11 micron) con la clorofilla presente che assorbe circa l’85% dell’energia visibile incidente (0.4-0.7 micron), con un picco di riflettanza proprio nel verde.
La vegetazione morta o senescente riflette una quantità maggiore di radiazione rispetto a quella sana per tutto il campo del visibile mentre rimane a valori più bassi nella regione dell’infrarosso riflettivo.
Il suolo arido presenta invece un comportamento riflettivo intermedio.
Le caratteristiche dell’immagine acquisita alla fine del mese di Settembre 2004 sono le solite con risoluzione a terra al centro di 1.1 Km e copertura ascendente, ossia il satellite NOAA ha scansionato la superficie terrestre durante un orbita Sud-Nord intorno alle ore 13:00. La copertura nuvolosa che in alcune zone era presente è stata corretta approssimativamente mediante interpolazione dei pixel adiacenti.
Qualche problema si è riscontrato a sud della Corsica dove l’Indice di Verde ha restituito valori quasi negativi proprio per la presenza massiccia di copertura nuvolosa. Quello delle nubi, è purtroppo il problema più rilevante nel telerilevamento soprattutto a latitudini medie ed equatoriali, ove spesso e volentieri il 40% delle immagini risultano di fatto inutilizzabili.
Il periodo in esame giungeva in effetti dopo le piogge che avevano interessato la nostra penisola e, in particolare il Nord in maniera diffusa.
Tuttavia è ben visibile, grazie alla scala colorata di valori, come in corrispondenza della pianura padana e precisamente sul delta del Po, il suolo abbia restituito dei valori molto bassi indicanti vegetazione sicuramente morta (terreni agricoli con culture raccolte) o probabilmente suolo arato. Analogo discorso si presenta nel medio corso del Po. La situazione vegetativa appare migliore lungo tutto l’arco appenninico soprattutto quello tosco-emiliano grazie alla presenza boschiva.
Per le solite esigenze di spazio l’immagine è stata rimpicciolita ma in alcuni casi è possibile riscontrare i pixel corrispondenti ai grossi centri abitati.
Ricordiamo infine che la mappa è stata auto-elaborata grazie al software specifico per il trattamento delle immagini da satellite ENVI.