Stilare una previsione, in questo periodo, che possa ritenersi affidabile è un’impresa. Un’impresa qualora si faccia affidamento ai soli modelli matematici di previsione, mentre se dovessimo ampliare il campo d’osservazione e affidarci ad altri elementi quali ad esempio i vari pattern climatici allora sì che la previsione meteo avrebbe un senso.
Molti di voi, magari guardando giornalmente questa o quella mappa, si saranno domandati più di una volta quale sia il motivo di tutta questa incertezza. Un giorno ci viene mostrato un trend, il giorno dopo ce ne viene mostrato un altro. Un giorno ci viene proposto maltempo, il giorno dopo ci viene proposto l’Anticiclone.
La prima considerazione che va fatta, doverosa, è che in tutti i periodi di transizione – i passaggi di stagione, giusto per capirci – i centri di calcolo internazionali devono immettere nei propri elaboratori nuove variabili. Variabili che possono cambiare da un momento all’altro, variabili che evidentemente dipendono imprescindibilmente dalle imponenti manovre nell’intera circolazione atmosferica emisferica.
Molti non considerano un altro aspetto: la suddivisione dell’atmosfera in strati. Lo strato prossimo al suolo prende il nome di “troposfera“, poi c’è la “stratosfera“. Le dinamiche a carico di questi due “layers” possono essere totalmente differenti. Trattasi di due strati atmosferici capaci di comunicare tra loro, oppure di andare ognuno per la propria strada.
In stratosfera, ad esempio, in questo periodo sta nascendo il Vortice Polare. La troposfera, al momento, non sembra avere la minima intenzione di accogliere il diktat proveniente dai piani alti e sta disturbando in tutti i modi la genesi del Vortice. E’ per questo motivo che stiamo assistendo, proprio in questi giorni, agli scambi meridiani. Aria calda va verso nord, attraverso le Alte Pressione, l’aria fredda scivola verso sud, sostenuta da imponenti depressioni artiche.
Ecco, questo è un altro motivo per il quale i modelli faticano a trovare la retta via. Noi, dal canto nostro, circa un paio di settimane fa avevamo intravisto segnali indicanti un Vortice Polare fin da subito in difficoltà. Attenzione però, non è detto che si vada avanti così.
La debolezza potrebbe derivare dal calore in eccesso di quella che secondo l’ente americano NOAA è stata l’estate più calda di sempre. Calore che in qualche modo va smaltito, ragion per cui non stupiamoci se le spinte anticicloniche giungono sino al Circolo Polare Artico. Magari dal prossimo mese in avanti lo scenario verrà ribaltato e ci troveremo qui a parlare di un Vortice Polare enorme. Vedremo, il tempo sarà maestro.