Possiamo passare ad esaminare quello che è un indice fino a poco tempo fa considerato molto importante per una previsione del freddo invernale sull’Europa (ma anche di riflesso sul Nord America): la copertura nevosa siberiana nel mese di Ottobre.
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Una maggiore copertura nevosa della Siberia, durante il mese di Ottobre, viene infatti correlata all’andamento dell’AO, l’indice di oscillazione artica.
Si ritiene infatti che una massima superficie innevata siberiana in Ottobre influenzi questo indice rendendolo negativo per il proseguo della stagione invernale; questa negativizzazione dell’Indice provoca, in Europa e sul Nord America (lato orientale), delle ripetute ondate di freddo, insomma, un Inverno più rigido e nevoso della norma.
Almeno questa era l’opinione in annate recenti…. ma possiamo osservare che non è sempre accaduto così.
E’ stato elaborato quello che viene chiamato Indice SAI, che studia quello che è il tasso di crescita della copertura nevosa in Siberia al di sotto del 60° parallelo, e, poiché questo è correlato con particolari disposizioni delle zone di alta e bassa pressione, parallelamente si è sviluppato un nuovo indice climatico, l’OPI, che tiene conto di queste disposizioni.
Ma passiamo al grafico di quest’anno: Noteremo che, per molti giorni, la copertura nevosa è stata molto bassa, fino a raggiungere valori record di scarsità di neve.
Solamente negli ultimi giorni c’è stato un netto recupero, fino a raggiungere un valore medio e superando finalmente la quota del 50% di suolo innevato.
Possiamo osservare anche che, al contrario di quanto sostenuto con la creazione di questi indici climatici, in annate molto favorevoli quali i mesi di Ottobre del 2014 e del 2016, quando la copertura nevosa siberiana era a livelli record, l’inverno successivo in Europa ed in Italia sono stati molto miti.
Al contrario, in annate come i mesi di Ottobre degli anni 2009 e 2011, (quest’ultimo molto simile al mese attuale), la scarsa copertura nevosa siberiana è stata seguita da invernate molto fredde e nevose in ambito europeo ed italiano.
E’ quindi indispensabile continuare a studiare questo tipo di correlazione tra l’estensione nevosa in Siberia in Ottobre e la rigidezza invernale in Europa e Nord America, è possibile che ci sia, in quanto molta neve riflette la radiazione solare raffreddando il clima, ma il livello di sicurezza non è stato ancora raggiunto.