L’allarme siccità sul Nord Italia si va aggravando, data la prevalenza di meteo anticiclonico. Ci sarebbe ancora solo un mese di riserve idriche pienamente sufficienti per le regioni del Nord, dopodiché se non arriveranno la piogge saranno necessari i primi razionamenti a partire dalla realtà agricola.
In merito alle condizioni del fiume Po, queste risulterebbero essere in linea con quelle registrate durante l’intensa siccità del 2007, ancora più grave di quella siccità che nel 2017 costò all’agricoltura del Nord Italia ben 2 miliardi di danni.
Brutte notizie sono anche rappresentate dalla poca neve caduta in quest’inverno sui versanti alpini italiani. La scarsità di manto nevoso, infatti, non consentirà a laghi e fiumi di riassestarsi dopo lo scioglimento primaverile della neve. Insomma, non ci sono alternative: serve la pioggia!
A peggiorare le prospettive è però proprio il meteo, in quanto al momento non si intravedono all’orizzonte fasi piovose degne di nota, almeno per quanto concerne la terza decade. L’attuale contesto barico, con l’anticiclone sull’Europa Centro-Occidentale, è il peggiore per il Nord Italia attualmente a secco.
Tale scenario ha dominato negli ultimi mesi, per tutto l’inverno, bloccando il normale movimento delle perturbazioni. Solo di tanto in tanto i fronti piovosi sono sopraggiunti sospinti da correnti da nord e nord/ovest, ma con questo tipo di circolazione il Nord risulta protetto dall’Arco Alpino.
Questa stessa situazione dovrebbe andare avanti per il resto di marzo: ci sarà l’anticiclone, mentre per la prossima settimana potrebbe transitare un veloce fronte freddo dal Nord Europa, da cui dovrebbero scaturire effetti piuttosto irrisori in termini di precipitazioni sul Nord Italia, con maggiore interessamento del Triveneto.