Cos’è il meteo razzismo? Secondo taluni (non pochi), anche nell’informazione meteorologica c’è razzismo, o forse è solo un’immaginazione? In questo editoriale cercherò di capire se ciò è vero, oppure no.
Il temporale estivo di forte intensità che ha interessato Firenze ha occupato le prime pagine dei giornali, così come i titoli di apertura di tutti i TG.
Firenze è un comune Italiano di 381.037 abitanti, capoluogo della Toscana e centro della propria città metropolitana, con una popolazione di 1.012.180 abitanti. È l’ottavo comune italiano per popolazione e il primo della Regione Toscana (Wikipedia).
Qualche settimana fa, un tornado e/o tromba d’aria (sono la stessa cosa), ha interessato un’area della pianura veneta a ovest di Venezia, e ha avuto un impatto giornalistico minore, come se questa notizia fosse di serie B rispetto a quella di Firenze, invece meritevole di serie A.
Se a Milano si scatena un temporale intenso nella media, e a Palermo c’è stato un forte temporale, la notizia di Milano avrà un maggior risalto rispetto a quella di Palermo (a dire il vero, di Palermo neppure si parlerà).
Milano, area metropolitana in base ad uno studio presentato nel dicembre 2013, realizzato da un gruppo di lavoro del Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale dell’Università di Milano Bicocca, ha una popolazione residente di 7.528.000 (oltre alcuni milioni di non residenti). Palermo è una grossa città della Sicilia con 678 492 abitanti (circa la metà del comune di Milano) e 1.065.595 abitanti nella sua area metropolitana. Fonte Wikipedia.
La notizia su un evento meteorologico, così come un fatto di cronaca, ottiene una maggiore visibilità sulla base di alcuni elementi basilari: eccezionalità del fenomeno e quantità di popolazione interessata, ma anche notorietà dell’area urbana.
Sono criteri che sovente emarginano regioni meno abitate, e ciò non avviene solo in Italia, ma è una regola diffusa in tutto il Mondo.
Il tornado del Veneto era meritevole di visibilità quanto quello del forte temporale di Firenze, ma non è stato così forse perché Firenze è una grossa città italiana e soprattutto è una città d’arte nota in tutto il Mondo.
Sotto l’aspetto puramente meteorologico, il forte vento del temporale di Firenze (la raffica di vento si chiama downburst) ha interessato un’area ampia vari kmq, causando ingenti danni. Ma nel territorio italiano, temporali di tale intensità se ne sviluppano svariate decine ogni anno.
Nel suo insieme, la serie di video e foto del temporale fiorentino hanno destato molta attenzione in Italia e all’estero, soprattutto per la notorietà e imponenza artistica della città.
Eppure, anche del tornado del Veneto si è parlato, soprattutto in Italia non con la medesima densità informativa del temporale toscano, che meteorologicamente parlando, è stato uno delle decine e forse più, di temporali intensi che toccano ogni anno qualche area italiana.
Anche i danni riconducibili al tornado del Veneto hanno avuto una eco nazionale e internazionale. In Italia di certo assai meno rispetto a quello fiorentino (con protesta del Governatore Zaia), nonostante l’eccezionalità dell’evento.
Tornado come quello avvenuto in Veneto, in Italia sono inusuali. In Veneto ci sono stati edifici in muratura rasi al suolo, vari centri attorno al tornado hanno subito danni per i chicchi di grandine grossi sino a 5 cm di diametro, inoltre anche in Veneto c’è stato un potente downburst.
Meteorologicamente, il fenomeno del Veneto è stato da record, quello toscano no, perciò nei siti meteo si è parlato molto a lungo di tale fenomeno, mentre quello toscano è stato descritto dai mass media come un’apocalisse.
Mi appare chiaro, la notizia di un evento meteo estremo assume maggiore importanza di altre per vari elementi, ma quello predominante su tutti sembrerebbe essere l’importanza della località interessata ed il numero di popolazione interessata.
Perciò se d’inverno nevica nell’ovest della Val Padana, la notizia assume importanza primaria, i siti meteo vengono presi d’assalto con accessi record, mentre quando nevica al Sud Italia c’è un minore interesse, per altro anche come volume di traffico web verso quella notizia.
L’web vive di traffico (definizione un po’ impropria), perciò è più conveniente parlare di certe aree geografiche che di altre a parità di evento meteorologico, quindi si fa meteo razzismo.