Quelle che stiamo affrontando sono giornate caotiche. Caotiche soprattutto sulle strade per via dell’esodo di massa, caotiche perché le condizioni meteo non aiutano chi soffre il gran caldo.
L’Anticiclone africano è il protagonista indiscusso della prima metà di agosto, seppur con tutte le differenze del caso. Sappiamo che al Nord sino all’altro ieri c’erano nubifragi e temperature decisamente meno alte, ma ora siamo un po’ tutti alla prese con il dominio anticiclonico. Alte temperature e soprattutto afa, quell’afa che rende l’aria opprimente e qualsiasi attività fisica non proprio piacevole.
Per certi versi, come giustamente hanno sottolineato alcuni colleghi, sembra quasi di rivedere quanto accaduto a giugno e luglio. Caldo furioso per gran parte del mese, poi la crisi. Crisi che non è servita a mettere KO l’Estate, ma tenete presente che se capitasse qualcosa di simile a fine agosto sarebbe più complicato venirne a capo. Il motivo è semplice: si sta andando incontro all’Autunno meteorologico.
Non è un caso, quindi, se i modelli matematici di previsione ci suggeriscono un cambiamento da Ferragosto in poi. Abbiamo dato un’occhiata alle proiezioni dei principali centri di calcolo internazionali e abbiamo notato cosa? In primis le temperature, in calo su tutte le regioni. Diminuzioni importantissime, che dovrebbero consegnarci valori prossimi alle medie climatiche di riferimento.
Sarebbe una conquista enorme, perché come scritto in apertura si procederebbe verso una seconda metà di agosto più “umana”. E’ importante evidenziare che il calo interesserebbe un po’ tutte le regioni e che le proiezioni termiche anche a più lungo termine scongiurerebbero nuovi picchi di caldo africano.
Per quanto riguarda le precipitazioni emergono non poche incertezze. Al Nord probabilmente ci saranno nuovi intensi temporali, mentre al Centro Sud non lo sappiamo. Alcune proiezioni indicano alto rischio temporali anche su queste regioni, altre vedrebbero solamente la normalità termica senza però fenomeni di sorta.
Il tutto risiederebbe probabilmente nella maggiore influenza delle correnti atlantiche, più basse in latitudine al punto da arrivare a lambire con perturbazioni l’arco alpino. A prescindere da precipitazioni o no riteniamo sia molto importante ottenere un primo risultato: condizioni termiche più vivibili, meno estreme delle attuali.
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