Per rispondervi non andremo a inventarci chissà quali proiezioni astruse. Andremo ad analizzare uno strumento che può rivelarsi utilissimo per stilare tendenze a lungo termine, pur consci che l’arco temporale è talmente ampio da predicare la giusta prudenza. Stiamo parlando del modello matematico stagionale americano CFSv2. Partiamo col dare uno sguardo a quello che potrebbe essere l’andamento delle temperature:
La notizia, perché fa notizia, è la possibile normalità termica. Non solo. Ampliando il campo di osservazione notiamo temperature inferiori alla norma sull’Europa orientale, laddove è da mesi che i termometri si mantengono decisamente al di sopra delle medie di riferimento. Se confermate, tali proiezioni suggerirebbero un cambio circolatorio – rispetto a quanto vissuto negli ultimi tempi – sostanziale. Staremo a vedere.
Passiamo alle precipitazioni. Anche in questo caso non dovremmo discostarci troppo dalla piovosità media mensile, eccezion fatta per poche zone dello Stivale (potrebbe piovere un po’ di più sul basso Piemonte, meno sul Friuli Venezia Giulia e Puglia garganica).
Per quanto riguarda l’Europa, emergono deficit pluviometrici dalla Penisola Iberica verso la Scandinavia, passando per la Francia e il BeNeLux. Meno piogge anche in alcune zone dell’Europa sudorientale, mentre procedendo verso est (direzione Russia) si evincono precipitazioni superiori alla norma.