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Meteo estremo su Italia: il Buran in arrivo potrebbe essere da RECORD. I dati

di Redazione Mtg
24 Feb 2018 - 14:01
in Senza categoria
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Mappa di previsione alla quota di 850 hPa del modello matematico europeo ECMWF. In viola solo indicate le masse d'aria più fredde, compatibili con il termine gelo.

Mancano quasi 24 ore dall’avvento Buran, il fenomeno meteo di cui riparleremo nel futuro. Ci riferiamo all’ingresso di aria siberiana in Europa, che come avvenuto altre volte, sfiorerà l’Italia.

ITALIA SFIORATA, MA E’ NORMALE CHE SUCCEDA
L’Italia non viene mai interessata direttamente dall’aria siberiana. Forse un nucleo tra i più gelidi in transito ci raggiunse nelle Venezie nel 1929, ma ciò è riferito a stime.

L’Italia viene raggiunti sempre da valori termici che sono superiori a quelli dell’Europa centro orientale. Il nostro Paese viene sfiorato dall’evento, oppure il freddo giunge smorzato. Quando scriviamo è ampiamente dimostrato dalle mappe storiche di altre ondate di gelo. In questo approfondimento, abbiamo considerato le maggiori, in quanto non vogliamo sottovalutare l’evento meteo che avremo nel suo insieme.

LA STORIA DELLE ONDATE DI GELO, IN SINTESI
La nostra ricerca è focalizzata a scoprire la temperatura estrema raggiunta alla quota di 850 hPa, un valore in libera atmosfera, non influenzato dal suolo e solo in parte dal rilievo, e meglio rappresenta l’intensità delle ondate di freddo per farne un confronto quando siamo ancora in ambito previsionale.

850 HPA E LE ALPI
Le stime e le mappe storiche di temperatura indicano in valori anche per la regione alpina per la quota in libera atmosfera di 850 hPa. Orbene, tale valore per le Alpi può esser considerato solo come indicativo, in quanto quella quota è di circa 1500 metri, e l’arco alpino è costellato di rilievi di maggiore altezza. Pertanto tal valore può esser solo indicativo.

ARIA CONTINENTALE, PIU’ FREDDA DI QUELLA POLARE
L’irruzione fredda continentale è costituita da una massa d’aria detta pellicolare: il gradiente termico è limitato perché l’aria è molto fredda anche al suolo. Ad esempio, l’aria polare ha un gradiente termico elevato, può diminuire di circa 1°C ogni 100 metri sino al punto di saturazione. L’aria continentale è poco spessa, in media 2-3 km, mentre quella polare è spessa il doppio, circa 3-6 km.
Gli effetti al suolo delle due diversissime masse d’aria sono differenti.

GLI EFFETTI AL SUOLO
L’irruzione fredda continentale determina, con il solo giungere del vento che la precede e che l’accompagna, un severo calo termico, ciò anche senza precipitazioni. Ad esempio, durante l’ondata di gelo del febbraio 2012, la stazione meteo del Carso di Trieste (collina sopra la città) di Plama, vicino a Podgrad in Slovenia, località a sud est di Trieste, ha visto scendere la temperatura dai -4°C delle ore 3:00, ai -18,5°C delle ore 6:30 (stazione meteo Davis Vantage Pro2). Quindi, si ebbe un crollo termico senza precipitazioni di 15°C.

STAVOLTA, QUANTO POTREBBE FARE FREDDO
Fare stime sulle temperature estreme derivanti da ondate di gelo siberiano è azzardato a dicembre e gennaio, e lo è ancor di più a febbraio, in specie alla fine del mese, quando la componente solare è ben più efficace dei due mesi precedenti. Possiamo dire che farà molto freddo, e supponiamo che le stime proposte dagli algoritmi che calcolano la temperatura per località, sottostimino la reale temperatura che sarà registrata. Si potrebbe avere una sottovalutazione dell’evento gelido anche di 5°C in diverse località, ma in talune anche ben oltre.

Sabato mattina in Spagna sono stati registrati -6°C nella periferia di Madrid, -1°C a Palma di Maiorca, 13°C nelle coste delle Isole Canarie, e ciò solo con correnti artiche, le quali al suolo sono meno fredde di quelle siberiane. Insomma, ci sarebbe da ragionare parecchio, ma la meteorologia moderna, nonostante supportata da super computer, nelle previsioni di gelo fa errori eclatanti.

TEMPERATURA 850 HPA
Ondata di gelo del gennaio 1985, le isoterme tra i -14°C ed i -15°C raggiunsero il Nord Italia all’altezza di Torino, Milano, Venezia. La meno duratura ondata di gelo del dicembre 1996 portò un valore di -16°C a 850 hPa su tutte le Venezie. Tale valore sfiorò le Marche. Nel nord ovest italiano, esempio a Milano, il valore fu attorno a -13°C.
Ma attenzione, nei primi di febbraio 2012 si ebbe un’isoterma di -16°C in tutte le Venezie sino a Milano. Nel Febbraio 1956, in ripetuti eventi, l’isoterma -16°C abbraccio quasi tutto il Nord Italia. Pensate che la -20°C tutta l’Europa centrale. Attenzione, quelli del 1956 sono valori in parti ricostruiti e soggetti ad errore.
Nel febbraio 1929, con dati ricostruiti, perciò soggetti ad ampi errori, la temperatura di -28°C a 850hPa raggiunse l’Italia nord orientale. Ma lo sottolineiamo che ci potrebbero essere errori eccessivi, anche se l’evento fu rigidissimo, storico, il maggiore degli ultimi 120 anni.

INSOMMA, L’ONDATA DI GELO RISCHIA LA RILEVANZA STORICA
Quando ci si basa su previsioni, i confronti con il passato sono finalizzati a comprendere cosa potrebbe accadere, ciò in attesa di quello che realmente succederà. Ad ora, i due principali modelli matematici di previsione stimano differenti intensità dell’ondata di gelo sull’Italia.
Il modello matematico europeo stima valori termici, seppur per breve tempo, che hanno similitudini con le maggiori ondata di freddo degli ultimi decenni, con isoterme di -16°C a 850 hPa vaganti sul Nord Italia, mentre smorza decisamente l’intensità il modello matematico americano GFS che è decisamente meno freddo.
Chi avrà ragione dei due? Non lo sappiamo, entrambi sono modelli di previsione di altissima qualità.

IN CONCLUSIONE
L’ondata di freddo che avremo sarà rilevante, poi se sarà storica lo guarderemo a posteriori con i dati in quota e soprattutto registrati al suolo, e quindi con gli effetti sul tempo atmosferico. Non scordiamoci che a seguito di ondata di gelo come quella prevista, il Mar Mediterraneo può generare contrasti termici prevedibili solo a poche ore dall’evento, e compatibili con improvvise nevicate anche in località dove tali fenomeni sono considerati eccezionali. Per altro, affiorano le prime previsioni in merito.

NEVICATE IMPROVVISE
La neve a Roma del 2012 fu prevista solo poche ore prima dell’evento. Nel 1985 non c’erano i modelli matematici ad alta risoluzione, la neve a Roma giunse del tutto inattesa. Ovviamente questa descritta è solo una considerazione, non è una previsione.

Intendiamo sottolineare quanto possano esserci conseguenze su ondate di freddo come quella che giungerà, e che come ad ora sia complesso conoscere molti dettagli.

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