Siamo nel pieno del periodo dei nubifragi e delle alluvioni lampo, che possono avere effetti catastrofici. Era la sera del 1° ottobre 2009 quando piogge torrenziali si rovesciarono con estrema violenza nella costa ionica sud del messinese.
Giampilieri Superiore, Scaletta Zanclea, Molino, Altolia furono i paesi maggiormente colpiti dall’alluvione che provocò la morte di 37 persone travolte dal fango e da colate di detriti scese dai monti. Ben sei corpi non vennero più recuperati, probabilmente trascinati in mare dal fango.
Il violento maltempo venne innescato da un vortice ciclonico mediterraneo giunto dalle Baleari: una cella temporalesca autorigenerante sfogò tutta la sua forza sul messinese jonico, per una situazione di fortissima convergenza fra le correnti sud/occidentali in quota e quelle sciroccali al suolo.
Nell’arco di appena tre ore, sulle zone effettivamente più colpite (immediato entroterra del versanti dei Peloritani) caddero quantitativi di pioggia impressionanti: i dati confermano l’entità eccezionale dell’alluvione.
Su Fiumendinisi (valle del Nisi, lato orientale dei Monti Peloritani) si erano misurati, nelle ore dell’alluvione, ben 159,2 mm. Fra gli altri dati registrati spiccano i 300 mm di Santa Margherita, i 220 mm di Santo Stefano Briga ed i 100 millimetri di Contesse.
Maltempo meno rilevante sull’altro versante dello Stretto, in quanto sulla zona di Reggio Calabria sarebbero caduti fra i 40 ed i 60 millimetri di pioggia, a seconda delle diverse zone. L’area del messinese è spesso soggetta ad eventi meteo alluvionali così estremi, come il precedente evento del 25 ottobre 2007.