Sono trascorsi 4 anni fa dalla tragica alluvione che sconvolse un’intera isola. La mattina del 19 novembre di quattro anni fa l’Isola si risvegliò sotto shock: 2700 sfollati e danni per più di 600 milioni di euro, oltre ad un bilancio tragico per le 19 vittime, compreso un disperso mai ritrovato.
A pagare il prezzo più alto fu Olbia, dove persero la vita ben 13 persone. Era già buio nella serata di lunedì 18 novembre 2013, quando l’impetuosa onda di piena andò a sommergere diversi quartieri di Olbia. Oltre all’est della Sardegna, altre zone dell’Isola subirono gravi danni e vittime: fra queste anche il paese di Uras, sull’oristanese.
A distanza di anni, resta la paura immutata che un simile evento possa ripetersi con gli stessi danni e vittime, anche perché quasi nulla è cambiato Poco infatti è stato fatto da allora. A Olbia sta muovendo i primi passi il “piano Mancini”, con bacini di raccolta delle acque piovane alla periferia della città: i sopralluoghi inizieranno dal prossimo 27 novembre.
Nel frattempo bisognerà sperare nella clemenza del meteo, in un autunno che volge al termine e che quest’anno ha fortunatamente risparmiato nuovi potenziali eventi alluvionali. Indubbiamente quattro anni fa fu un evento meteo eccezionale ma non unico, con punte di pioggia di oltre 400 mm (picco fino a 470 mm a Monte Novu, in territorio di Orgosolo). In Sardegna simili eventi possono verificarsi ogni pochi anni.
Non è cambiato nulla nemmeno nella più grande incompiuta del post alluvione: il ponte di Monte Pino sulla strada provinciale 38 che collega Olbia con Tempio, sede del tribunale. Qui è rimasta tale e quale la voragine creatasi la sera del 18 novembre di quattro anni fa. Con le macchine sotto ancora sepolte dai detriti.