Abbiamo ritenuto utile realizzare un complesso reportage a puntate, sul freddo gennaio 1985.
Gli articoli che seguiranno realizzati da Marco Rossi con integrazioni a cura di Giovanni Staiano, analizzeranno il gelido mese di quasi 30 anni fa soprattutto sotto l’aspetto sinottico.
Molti di noi ricordano le parole di Caroselli, che nella tradizionale trasmissione serale di “Che Tempo fa” annunciava l’arrivo di freddissimi venti dalla Russia. A quei tempi, era davvero insolito che venissero rese al pubblico le previsioni a lungo termine, eppure, l’arrivo del gran freddo fu annunciato dal famoso meteorologo della RAI già alla fine di dicembre.
Gli fece seguito Baroni, che con voce roca dall’emozione confermò: sarà Burano! Ma che cosa è il Burano? E’ un vento impetuoso e turbinoso, che accompagna le freddissime tempeste di neve siberiane; è un vento di neve e di grande freddo, che raramente riesce a giungere, ovviamente attenuato e mitigato nella sua corsa, sino all’Italia.
Abbiamo avuto un breve e mitigato accenno di Burano proprio in quest’ultimo mese di gennaio (2006) e, in precedenza, alla fine di dicembre 1996, con alcune repliche nel gennaio 1999 e dicembre 2001.
Sino ad allora, gli anni ’80, non avevano offerto grandi ondate di neve e gelo sull’Italia; i periodi di freddo venivano rapidamente interrotti dal flusso più temperato atlantico, eppure, nel dicembre 1984 qualcosa cambiò.
Durante il primo mese dell’inverno, i venti dell’Atlantico soffiarono impetuosi sulle coste occidentali europee; ad Est della catena degli Urali e sino alla Penisola di Kamcatka si formò un’area di Alta Pressione, ed il freddo crebbe giorno dopo giorno.
All’indebolirsi delle correnti atlantiche, non di rado, segue una rapida espansione verso la Russia europea dell’Anticiclone siberiano. Quando sull’Europa la circolazione atlantica si indebolisce ulteriormente, l’Alta Pressione russa, si estende ancora più verso Ovest, ed il freddo, solitamente per brevi periodi, interessa l’Europa centrale, i Balcani ed ancor più raramente l’Italia.
Nell’analisi del mese dicembre 1984, vedremo realizzarsi una situazione di blocco alle correnti atlantiche ed una graduale espansione dell’Alta Pressione russa, verso l’Europa.
Ma quel dicembre, vissuto in prima persona da molti di noi, non sembrava precedere l’eccezionale ondata di freddo che giunse nei primi giorni del gennaio successivo. Chi l’avrebbe mai detto che il gennaio 1985 sarebbe stato il più freddo e nevoso della mia vita?
La mappa dei geopotenziali e delle temperature a 500 hPa, e della pressione a livello del mare, relativa alla seconda metà di dicembre 1984 (valori medi). Si nota sull’Europa a ovest le depressioni nord atlantiche e più a sud l’anticiclone delle Azzore, ad est l’anticiclone russo.
Nella mappa è rappresentata la media delle temperature e dei geopotenziali a 850 hPa per la secona metà di dicembre 1984, che conferma un unizio inverno non freddo sull’Europa.
La prima metà di gennaio modifica le carte in tavola. La mappa delle medie a 500 hPa evidenzia temperature medie di -30°C sull’Itala centro-settentrionale e una media dei geopotenziali di 528 gpdam a ridosso delle Alpi. Forte blocco anticiclonico sull’Atlantico.
A 850 hPa le medie dei primi 15 giorni di gennaio 1985 evidenziano temperature di -8/-10°C al Nord Italia e di -4/-8°C al Centro, notevolmente più basse di quelle della seconda metà di dicembre. Tutte le mappe Elaborazione MeteoGiornale su dati di base NCEP/NCAR.
I successivi articoli del reportage, saranno “una cronaca giorno per giorno” di quell’evento meteorologico preso a paragone sino ai giorni d’oggi per qualsiasi ondata di freddo che si rispetti, con il supporto di immagini Meteosat, mappe di analisi della situazione al suolo, in quota, dello Strat Warming, di foto, di dati estremi, ecc…
Pubblicato da Andrea Meloni
Abbiamo ritenuto utile realizzare un complesso reportage a puntate, sul freddo gennaio 1985. Gli articoli che seguiranno realizzati da Marco Rossi con integrazioni a cura di Giovanni Staiano, analizzeranno il gelido mese di quasi 30 anni fa soprattutto sotto l’aspetto sinottico. Molti di noi ricordano le parole di Caroselli, che nella tradizionale trasmissione serale di “Che Tempo fa” annunciava l’arrivo di freddissimi venti dalla Russia. A quei tempi, era davvero insolito che venissero rese al pubblico le previsioni a lungo termine, eppure, l’arrivo del gran freddo fu annunciato dal famoso meteorologo della RAI già alla fine di dicembre. Gli fece seguito Baroni, che con voce roca dall’emozione confermò: sarà Burano! Ma che cosa è il Burano? E’ un vento impetuoso e turbinoso, che accompagna le freddissime tempeste di neve siberiane; è un vento di neve e di grande freddo, che raramente riesce a giungere, ovviamente attenuato e mitigato nella sua corsa, sino all’Italia. Abbiamo avuto un breve e mitigato accenno di Burano proprio in quest’ultimo mese di gennaio (2006) e, in precedenza, alla fine di dicembre 1996, con alcune repliche nel gennaio 1999 e dicembre 2001. Sino ad allora, gli anni ’80, non avevano offerto grandi ondate di neve e gelo sull’Italia; i periodi di freddo venivano rapidamente interrotti dal flusso più temperato atlantico, eppure, nel dicembre 1984 qualcosa cambiò. Durante il primo mese dell’inverno, i venti dell’Atlantico soffiarono impetuosi sulle coste occidentali europee; ad Est della catena degli Urali e sino alla Penisola di Kamcatka si formò un’area di Alta Pressione, ed il freddo crebbe giorno dopo giorno. All’indebolirsi delle correnti atlantiche, non di rado, segue una rapida espansione verso la Russia europea dell’Anticiclone siberiano. Quando sull’Europa la circolazione atlantica si indebolisce ulteriormente, l’Alta Pressione russa, si estende ancora più verso Ovest, ed il freddo, solitamente per brevi periodi, interessa l’Europa centrale, i Balcani ed ancor più raramente l’Italia. Nell’analisi del mese dicembre 1984, vedremo realizzarsi una situazione di blocco alle correnti atlantiche ed una graduale espansione dell’Alta Pressione russa, verso l’Europa. Ma quel dicembre, vissuto in prima persona da molti di noi, non sembrava precedere l’eccezionale ondata di freddo che giunse nei primi giorni del gennaio successivo. Chi l’avrebbe mai detto che il gennaio 1985 sarebbe stato il più freddo e nevoso della mia vita? La mappa dei geopotenziali e delle temperature a 500 hPa, e della pressione a livello del mare, relativa alla seconda metà di dicembre 1984 (valori medi). Si nota sull’Europa a ovest le depressioni nord atlantiche e più a sud l’anticiclone delle Azzore, ad est l’anticiclone russo. Nella mappa è rappresentata la media delle temperature e dei geopotenziali a 850 hPa per la secona metà di dicembre 1984, che conferma un unizio inverno non freddo sull’Europa. La prima metà di gennaio modifica le carte in tavola. La mappa delle medie a 500 hPa evidenzia temperature medie di -30°C sull’Itala centro-settentrionale e una media dei geopotenziali di 528 gpdam a ridosso delle Alpi. Forte blocco anticiclonico sull’Atlantico. A 850 hPa le medie dei primi 15 giorni di gennaio 1985 evidenziano temperature di -8/-10°C al Nord Italia e di -4/-8°C al Centro, notevolmente più basse di quelle della seconda metà di dicembre. Tutte le mappe Elaborazione MeteoGiornale su dati di base NCEP/NCAR. I successivi articoli del reportage, saranno “una cronaca giorno per giorno” di quell’evento meteorologico preso a paragone sino ai giorni d’oggi per qualsiasi ondata di freddo che si rispetti, con il supporto di immagini Meteosat, mappe di analisi della situazione al suolo, in quota, dello Strat Warming, di foto, di dati estremi, ecc… Cerca per tag: meteo clima Pubblicato da Andrea Meloni Inizio Pagina