L’estremizzazione meteo degli ultimi anni ha portato a fenomeni temporaleschi veramente violenti: quest’anno, in particolare, c’è la continua alternanza tra ondate di calore di forte intensità e temporali severi, con annesse forti raffiche di vento e grandinate.
Proprio queste ultime sono state fotografate in diverse località italiane, le quali hanno suscitato clamore e stupore da parte di molte persone.
Ma è vero che i fenomeni meteo estremi, e pertanto le grandinate, sono in costante aumento?
È difficile dire sì o no, ma possiamo proporvi uno studio effettuato da alcuni ricercatori del Nord America intitolato: “The changing hail threat over North America in response to anthropogenic climate change” (qui reperibile in lingua ingelse https://adsabs.harvard.edu/abs/2017NatCC…7..516B)
Esso pertanto prova a correlare la presenza di fenomeni meteo grandinigeni con il riscaldamento globale: come si può evincere dal titolo, lo studio è stato fatto nel Nord America, quindi non direttamente in Europa, ma sono interessanti le conseguenze di tale studio scientifico (ribadisco: scientifico, quindi dimostrato e approvato dalla comunità di ricercatori).
Le regioni col clima tipicamente secco potrebbero sperimentare un aumento della frequenza delle grandinate, mentre le zone calde-umide probabilmente una riduzione o il mantenimento attuale: il comune denominatore, però sarebbe un aumento medio della dimensione dei chicchi di grandine, dovuto a tempeste sempre più violente.
L’atmosfera caldo-umida, infatti, immagazzina molto carburante e quando ci sono degli ingressi freddi scatena temporali più forti, che hanno correnti ascensionali più potenti e quindi maggior possibilità di grandinate distruttive.