L’azione della goccia fredda prima turca, poi greca e infine ionica, si sta esaurendo. Le iniezioni d’aria fresca alle alte quote sono cessate, ciò nonostante permarrà una discreta instabilità pomeridiana che si risolverà coi frequenti temporali montuosi. Il forte riscaldamento dell’entroterra, rispetto ad esempio alle aree costiere o comunque circondate da specchi d’acqua, produrrà le classiche bolle d’aria calda (in gergo tecnico denominate “termiche”) destinate ad una rapida risalita in quota.
La risalita porterà ad un graduale raffreddamento della massa d’aria, alla sua espansione e alla condensazione del vapore acqueo. A questo punto prenderà piede il cumulo, ma affinché si tramuti definitivamente in cumulonembo (la vera nube temporalesca) v’è necessità di moti ascensionali tali da garantire un costante risucchio d’aria caldo-umida dalla superficie.
Abbiamo spiegato, speriamo in maniera comprensibile, il meccanismo dei moti convettivi e la conseguente formazione dei temporali di calore. Temporali che, nel pomeriggio, prenderanno piede su tutti i rilievi: dalle Alpi all’Appennino, passando per le zone interne insulari. Ma come detto in apertura, la novità sostanziale rispetto ai primi due giorni settimanali sarà rappresentata dalla difficoltà degli nel coinvolgere coste e aree limitrofe. Al più potrà realizzarsi qualche acquazzone sulle alte pianure della Val Padana e sui litorali del basso Tirreno. Ma in generale assisteremo ad un’attenuazione dei fenomeni entro sera.
In questo momento vi sono un po’ di nubi basse in varie zone della Val Padana e nel bergamasco sono in atto deboli piogge. Per concludere possiamo dirvi che venti e temperature non dovrebbero registrare variazioni sostanziali.