Una potentissima area di bassa pressione a tutte le quote interessa l’Italia, con perno ancora posizionato sulle regioni settentrionali: mai definizione fu così appropriata, in quanto il minimo ciclonico in azione oggi sul livello del mare non fa certamente parte della normalità meteo climatica. Su alcune zone della Penisola il vortice si è approfondito fino a toccare valori sensazionali pari a 975 hPa fra Emilia, Liguria e Toscana.
Si tratta di valori barici davvero inusuali e per trovare un evento di portata superiore bisogna tornare indietro di ben un trentennio, metà degli anni ’70. Altri episodi simili accadono di norma una o due volte ogni 10 anni, mentre quest’inverno ha avuto già “cicloni” notevoli, con minimi di pressione attorno ai 980 hPa. Rammentiamo che bassa pressione è sinonimo di maltempo, anche se ovviamente non vi è corrispondenza effettiva fra valori di pressione bassi e potenzialità dei fenomeni meteo.
Lasciando infatti da parte il discorso relativo alla pressione atmosferica, la burrasca depressionaria in corso s’inserisce in una dinamica meteo abbastanza frequente durante le fasi iniziali del mese di Marzo, il mese pazzerello per eccellenza e con alterne vicende soprattutto dal punto di vista termico. La penetrazione depressionaria sui mari italiani è infatti associata ad discesa d’aria piuttosto fredda artico-marittima, la quale sta spazzando il respiro caldo pre-frontale, tramite sostenute correnti occidentali, dando così un connotato invernale su diverse regioni della Penisola.
Il profondo lago ciclonico sul cuore del Mediterraneo è stato generato dall’intrusione di una parte molto consistente del Vortice Polare con perno sull’Islanda. Lo sprofondamento di tale saccatura è stato impresso dall’Alta Pressione oceanica, in parziale temporanea elevazione verso latitudini prossime alle Isole Britanniche.
Quali le conseguenze meteo principali sul nostro Paese? Anzitutto si segnalano le abbondanti nevicate cadute in diverse zone alpine e prealpine, con particolare riferimento alla Lombardia ed al Trentino. Quest’oggi il limite della quota neve si è abbassato verso gli 800-900 metri grazie alla cessazione dello Scirocco. Molta neve anche sulle Alpi Marittime, mentre sulle valli interne del genovese (oltre 40 i millimetri di pioggia caduti sul capoluogo) la neve è riuscita a spingersi fino a quote collinari, grazie a sbuffi di Tramontana in scorrimento lungo i bassi strati. Neve a quote più elevate sul Levante Ligure, con fenomeni attesi in prosecuzione per le prossime ore.
Le precipitazioni sono risultate di notevole abbondanza anche su tutta la fascia prealpina veneta e friulana. Sul bellunese ed a ridosso delle Prealpi Carniche sono cadute alle basse quote piogge anche superiori ai 120 millimetri e, comprendendo la giornata di ieri, non sono mancati picchi di oltre 150 millimetri. Si tratta di precipitazioni peraltro previste con questa intensità, che fanno ben immaginare quanta altra neve è caduta in montagna, soprattutto su Dolomiti ed Alpi Carniche. Grossi problemi per il maltempo anche in Toscana, a causa delle precipitazioni battenti che hanno interessato in particolare le province di Pisa, Massa Carrara e Grosseto.
Il maltempo non ha mancato di protagonismo nemmeno sulle regioni meridionali: l’impulso perturbato pre-frontale risalito dal Nord Africa ha causato piogge abbondanti in nottata soprattutto in Calabria. In giornata i maggiori problemi sono stati causati dal vento, a Palermo. A causa delle cattive condizioni del mare sono stati interrotti i collegamenti marittimi tra la Sicilia e le sue isole minori.