Le Alpi hanno un ruolo fondamentale per il meteo del Nord Italia ma in genere per buona parte del paese: intanto hanno la funzione di barriera, quindi il tempo è più dolce è mitigato a sud delle Alpi, mentre è più ventoso e rigido a nord della catena; quest’ultima ci protegge da vere e proprie burrasche atlantiche, facendo filtrare molto la potenza dei fronti sull’Europa occidentale.
Questi sono indubbiamente dei pregi che rendono il clima del nostro settentrione molto più dolce e gradevole, anche da un punto di vista storico.
Non sempre però le Alpi hanno un ruolo positivo: nel caso di meteo dinamico, se i fronti impattano continuamente contro la barriera alpina generano l’effetto fohn dal lato sottovento, con importanti conseguenze dal punto di vista delle precipitazioni.
piogge previste fino a sabato: si vede il nettissimo taglio tra zone transalpine e zone cisalpine
L’immagine (cortesia WxCharts) è assolutamente emblematica: si può vedere come le Alpi fungano da vero e proprio spartiacque delle precipitazioni; sul versante nord piogge e nevicate molto frequenti, sul versante sud irruzioni divento continue. Ricordo che il fohn è la condizione peggiore per la siccità nei suoli: è un vento caldo, secchissimo, che prosciuga tantissimo i terreni e dopo tanto tempo li induce a notevole stress idrici.
Il problema, però, non sono le Alpi, bensì le correnti ostinatamente settentrionali che impediscono l’arrivo delle piogge: in altre parole, è normale che nel lato sottovento piova molto meno (come numero di giorni!) rispetto al lato sopravento, ma sta diventando anomala alla continua persistenza di questi flussi da oramai diversi mesi.
Non possiamo dire subito che è colpa del cambiamento climatico, ma quest’ultimo potrebbe far mutare la dinamica atmosferica europea, con conseguenze importanti sul meteo del nostro paese: siccità sempre più frequenti e desertificazione sono comunque dei parametri in atto da alcuni decenni e che probabilmente aumenteranno in futuro.