FLUSSO OCEANICO PROTAGONISTA – Si è ulteriormente allargato verso levante il raggio d’azione di una circolazione perturbata atlantica, che ormai ha esteso in modo ancor più marcato la propria influenza relativamente mite e perturbata verso tutta l’Europa Centro-Occidentale. Uno dei centri motori della depressione (minimo d’appena 970 hPa) si trova appena a nord della Scozia e ad esso si lega una vasta perturbazione, le cui propaggini più avanzate si sono spinte fin verso l’Europa dell’Est. L’ammasso nuvoloso tende tuttavia in queste zone a dissolversi, per la persistenza di un robusto muro anticiclonico, con perno sulla Russia, a cui si associa quel serbatoio d’aria molto fredda che in precedenza dominava sul cuore dell’Europa. Le perturbazioni scorrono anche sul Mediterraneo, dove sono trascinate da masse d’aria particolarmente miti di matrice sub-tropicale oceanica.
ITALIA DIVISA DAL PUNTO DI VISTA CLIMATICO – La riapertura della porta atlantica ha determinato un ulteriore rialzo delle temperature, piuttosto contenuto al Settentrione dove permane uno strato d’aria fredda in pianura: le nevicate e le piogge gelide sono cessate, ma la colonnina di mercurio in molti casi non è andata oltre valori massimi di +1/+2°C, con le dense foschie e le nebbie a dar manforte. Le regioni del Centro-Sud sono più direttamente investite dal respiro d’aria molto mite: le correnti d’aria provengono da sud/ovest, avvalendosi quindi di parziali contributi nord-africani. Le temperature massime diurne hanno sfiorato i 20 gradi in alcune località di Sardegna e Sicilia, mentre questa soglia è stata persino superata in Spagna, sui settori meridionali ed orientali. Piovaschi sparsi interessano intanto il Centro-Sud, con la neve in Appennino che soffre per via del fatto che piove fino in alta quota.