Se avevate qualche dubbio, giustificabile e giustificato non quanto le critiche gratuite, le varie emissioni dei modelli deterministici – da 48 ore a questa parte – li stanno fugando. Ora lo scenario meteo climatico ipotizzato sta prendendo corpo.
Non è un caso che qualcuno un po’ più attento di altri stia già chiedendo dettagli previsionali. Se nevicherà, dove nevicherà, quanto farà freddo. Poi c’è chi, nonostante le mappe stiano parlando chiaramente, si ostina ancora a sostenere che dopo metà febbraio non può esserci inverno. Poco importante, quel qualcuno dovrà ricredersi.
Non vogliamo tirarla troppo per le lunghe e non vogliamo affatto complicare l’argomento. Si sta parlando del gelo. Si sta parlando di quel cambio di circolazione che era stato dato per metà mese e che difatti dovrebbe realizzarsi attorno a quelle date. Vero, c’è stata una lieve dilazione delle tempistiche ma scusateci se siamo stati in grado di identificare l’impianto di massimo con settimane di anticipo. Se ne parlava da fine gennaio, probabilmente in molti se lo saranno scordato.
La rimonta anticiclonica attuale, neppure troppo convincente, alla fin fine si sta rivelando quella manovra spartiacque nella ridistribuzione dei centri di alta e bassa pressione. L’Alta Pressione lascerà passare un primo nucleo d’aria fredda, tra il fine settimana e l’inizio della prossima, dopodiché si allungherà verso nordest laddove è confermata la genesi di una poderosa struttura anticiclonica continentale.
In tal modo il risultato non può che essere scontato: scivolamento d’aria gelida sull’Europa orientale e successivo rientro verso ovest. Antizonalità, per capirci. Il ritorno verso ovest dovrebbe coinvolgerci più o meno direttamente, va detto che ad oggi i vari modelli previsionali indicano l’Italia come uno degli obbiettivi principali dell’accelerazione invernale. Perché di accelerazione trattasi.
Attenzione, vi invitiamo a seguire i prossimi aggiornamenti perché inizieremo a spingerci oltre e come avrete modo di leggere ci aspettiamo dinamiche marcatamente invernali per gran parte della seconda metà di febbraio.