Che caldo!:
dopo maggio, ecco giugno. E dopo il caldo di maggio, ecco il caldo di giugno. Quasi a voler ricalcare le orme del suo predecessore, il nuovo mese ha proposto una prima settimana altrettanto calda. Ma stavolta la distribuzione delle anomalie termiche è stata diversa: un mese fa toccò alla Sardegna e alle regioni del Centro Sud, stavolta invece le temperature più alte stanno coinvolgendo il settentrione.
E’ caldo afoso:
ciò che fa percepire temperature più alte rispetto a quanto mostrato dai termometri è l’umidità. Umidità alle stelle, soprattutto in Val Padana e lungo le coste, umidità che impedisce al nostro organismo di eliminare il calore in eccesso tramite la traspirazione ed è per questo che percepiamo quella sensazione di disagio che rende l’atmosfera circostante opprimente. E come se non bastasse il caldo-umido fornisce il carburante necessario alla nascita di enormi celle temporalesche.
Goccia fredda al Sud:
ma cos’è che sta scatenando i maestosi temporali degli ultimi giorni? Chi ci segue assiduamente avrà seguito insieme a noi l’evoluzione di una goccia fredda prima turca, poi ellenica. Goccia fredda responsabile dell’inserimento di sbuffi d’aria fresca in quota e capace di portarsi a ridosso del Sud Italia. Il nuovo posizionamento sta fornendo l’innesco necessario alla rapida, imponente cumulogenesi e tali condizioni d’instabilità diurna ci accompagneranno facilmente sino a giovedì. Raccomandiamo la massima prudenza soprattutto in vicinanza dei rilievi e nelle zone interne, perché i fenomeni potrebbero assumere carattere grandinigeno così come non sono da escludere occasionali nubifragi.
Il bivio di metà giugno:
riprendiamo un argomento trito e ritrito, ma necessario per comprendere quali potrebbero essere gli scenari evolutivi della prossima settimana. La disposizione barica, associata alle anomalie termiche oceaniche, sembrerebbe premiare l’isolamento di una “pericolosissima” goccia fredda sull’Europa occidentale. L’estensione verso l’Atlantico portoghese potrebbe esporci, inizialmente, ad una nuova rimonta anticiclonica africana. In seguito, invece, grazie ad altri apporti perturbati nord atlantici potremmo assistere alla riapertura dell’area ciclonica e allo spostamento verso est. Ipotesi, quest’ultima, che esporrebbe le nostre regioni settentrionali ad un severo peggioramento ma non escludiamo che condizioni d’instabilità incisiva possano nuovamente distendersi verso sud.
Break o non Break?:
La soluzione esposta sembra sia la più quotata dai due dei più autorevoli modelli previsionali: l’americano GFS e l’europeo ECMWF. Pur con differenze a tratti sostanziali nell’evoluzione orientale del vortice instabile, entrambi indicherebbero un nuovo incisivo peggioramento attorno a metà mese. C’è da dire che il maltempo potrebbe limitarsi alle sole regioni Settentrionali, mentre al Sud non escludiamo una maggiore tenuta del promontorio anticiclonico africano.
Focus: evoluzione sino al 21 giugno 2015
La prima parte settimanale proporrà condizioni meteo non dissimili dagli ultimi giorni, ovvero marcata instabilità diurna e temporali localmente intensi. Temporali che non mancheranno di apportare acquazzoni in qualche tratto della Val Padana e nelle aree costiere del Centro Sud tra quelle prossime ai rilievi. Uno scenario che ci terrà compagnia sino a giovedì, ovvero la giornata spartiacque tra l’attuale configurazione barica e l’evoluzione successiva.
Come detto avremo l’intervento di una goccia fredda sull’Europa occidentale, che almeno inizialmente potrebbe esporre il Centro Sud ad un nuovo richiamo caldo africano. Al Nord, invece, a causa di crescenti sbuffi instabili occidentali si scatenerebbero subito ingenti temporali. In seguito non escludiamo l’estensione temporalesca verso sud ed anche un abbassamento delle temperature per correnti in rotazione dai quadranti occidentali.
Evoluzione sino al 26 giugno 2015
L’ultima decade di giugno potrebbe continuare a “strappi”: dalle calde rimonte anticicloniche all’intervento di gocce fredde destabilizzanti.
In conclusione.
L’estate è giunta sul nostro territorio, non c’è dubbio. Perché i temporali, pur violenti, rientrano a pieno titolo all’interno della prima stabilità stagionale, quella tipica del mese di giugno.