Ieri, lo rammenterete, l’analisi modellistica evidenziava novità barica importantissime. Perdeva consistenza l’ipotesi freddo a discapito dell’ipotesi perturbazioni atlantiche. D’altronde, chi ci segue lo sa, era una delle soluzioni contemplabili in relazione al grado d’elevazione dell’Alta delle Azzorre – in posizionamento sulla Penisola Iberica – e all’intrusività dell’azione depressionaria canadese. Or bene, pare proprio che le depressioni oceaniche abbiano la serie intenzione di inviare impulsi perturbati a più riprese.
Alla luce di quel che emerge dalle ultime emissioni modellistiche, possiamo senz’altro dirvi che s’intravede quella circolazione zonale mancata all’appello praticamente durante l’intera stagione autunno-invernale. Se confermata, l’ipotesi oceanica ci esporrebbe a un periodo di maltempo duraturo e importante, ma che potrebbe rivolgere lo sguardo maggiormente al Centro Nord. Il Sud, se non dovessero ondularsi le correnti d’alta quota, potrebbe rimanere sotto discreta influenza anticiclonica e la primavera avrebbe modo di partire all’insegna della moderata stabilità.
Ma perché abbiamo parlato di freddo? Beh, perché non è detto che quelle maggiori ondulazioni di cui sopra possano dar luogo a maggiori intrusioni d’aria fredda nord atlantica o addirittura artica. E statisticamente un colpo di coda marzolino ci sta tutto. Ci sarà anche quest’anno? Vedremo.