L’elemento saliente a breve termine.
Permane un contesto ciclonico che andrà acutizzandosi tra sabato e l’inizio della nuova settimana, complice un affondo, parziale, di correnti instabili oceaniche in seno ad ampio sistema depressionario tra isole britanniche e penisola scandinava. Avremo ancora piogge, rovesci e qualche temporale, tuttavia in un contesto termico via via più mite.
L’elemento saliente a medio termine.
Il secondo step evolutivo è quanto mai interessante. Si andrà affermando, probabilmente temporaneamente, un campo anticiclonico oceanico, supportato da radice subtropicale su bacini meridionali peninsulari. Si avrebbe così tempo stabile e clima mite. Ma seguirebbe un netto indebolimento del Vortice Polare canadese, con affermazione di alta pressione a latitudini polari ed anticiclone delle Azzorre in blocco meridiano. Una configurazione barica che favorirebbe un nuovo affondo freddo, artico-marittimo e poi artico-continentale, verso sud.
L’elemento saliente a lungo termine.
Si potrebbe giungere in prossimità della conclusione mensile accompagnati da condizioni meteo non certo primaverili.
Il trend a lungo termine:
La ferita barica che potrebbe venire a crearsi, per poderoso affondo ciclonico a carattere freddo, porterebbe instabilità, prevalentemente invernale, su molte aree del continente europeo. Mediterraneo compreso.
Elementi di incertezza:
Inutile rimarcare quanto sia complicato osservare evoluzioni meteo a così lungo raggio, tuttavia molti elementi, statisticamente parlando, deporrebbero a favore della suddetta disposizione barica.
Elemento di fondamentale importanza è dato dall’indebolimento, ormai naturale, del ramo canadese del Vortice Polare. Una figura invadente, in grado di stoppare, nel pieno dell’inverno, le sortite meridiane dell’alta pressione oceanica. Elevazioni indispensabili affinchè l’inverno estenda il suo respiro sin sul Mediterraneo.
Fattori di normalità climatica:
Per chi non ha avuto modo di osservare il diagramma termico-barico per molte località della penisola, beh, possiamo dire che viene messa in risalto l’estrema dinamicità marzolina.
Nel medio periodo è possibile osservare un netto aumento termico, oltre media stagionale, con clima secco. Seguirebbe, verso il 17-18 del c.m. un nuovo intenso raffreddamento e ripresa precipitativa. Con prospettive meteo invernali.
Focus: evoluzione sino al 20 marzo 2008
Il primo step previsionale è quello che ci condurrà verso la nuova settimana. Una fase segnata da condizioni di instabilità sparsa per graduale influenza umida oceanica. Il richiamo instabilizzante sarà favorito dalla persistente azione ciclonica artico-marittima, in fase di cut-off sui nostri bacini. Tuttavia avremo un graduale rialzo termico e seguirà un incremento barico ad iniziare dai mari sud occidentali.
Dopo una fase caratterizzata da alta pressione oceanica a radice subtropicale, con conseguente stabilità e clima decisamente mite, ecco che in Atlantico potrebbe verificarsi una nuova elevazione meridiana dell’alta pressione delle Azzorre. Blocco che potrebbe estendersi verso il Polo, ove vi sarebbe un’altra figura anticiclonica, favorendo in tal senso una profonda e irruente incursione fredda verso Europa centrale e bacino del Mediterraneo.
Evoluzione sino al 25 marzo 2008
La fase successiva, come detto in sede evolutiva, potrebbe risentire inevitabilmente dell’ipotesi fredda analizzata. Condizioni meteo che pertanto potrebbero mantenersi instabile e non certo primaverili.
In conclusione.
Superfluo dire che le ipotesi invernali dell’ultima decade mensile trovano riscontri giorno dopo giorno. Oggi va anche detto che sussiste concordanza tra i principali modelli di previsione a scala globale. Il che rafforzerebbe la tesi “fredda”, anche se non scordiamoci che marzo, essendo statisticamente dinamico, è soggetto a repentini cambi di umore.