Quando nei giorni scorsi i vari modelli preannunciavano lo sfondamento dell’aria fredda sul Mediterraneo dalla Porta del Rodano, con la conseguente attivazione di correnti sud-occidentali sulla maggior parte delle Regioni italiane, sinceramente non credevo affatto che la neve potesse fare la sua comparsa anche a bassa quota sulla mia Regione: le Marche. Si tratta infatti di un evento abbastanza raro, anche se non rarissimo, visto che chi scrive ha 44 anni e ricorda almeno altri due episodi del genere avvenuti negli anni passati. Per i marchigiani, infatti, la neve arriva solitamente dal mare Adriatico, trasportata cioè dai gelidi venti provenienti dall’Est Europa, dal “Burian” siberiano o dai Balcani.
Vedere invece scendere la neve portata dal “caldo” vento di sud-ovest, il Libeccio, è stata quindi una piacevole sorpresa, anche se bisogna riconoscere che quello di questi giorni era per la verità un Libeccio “mascherato”, che somigliava molto di più ad un freddo Maestrale!
Le precipitazioni nevose sono state intense, quanto improvvise e di breve durata: i classici “rovesci di neve”, che hanno accumulato fino a 10 cm. in località come Matelica (MC) poste ad appena a 350 metri sul livello del mare. Con il salire della quota, aumenta anche lo spessore del manto nevoso, anche se, come detto, la brevità e l’intermittenza del fenomeno non hanno permesso accumuli eccezionali.
Niente quindi di paragonabile al “nevone” del gennaio 2005, o ai metri di neve accumulati nell’inverno scorso che hanno “resistito” fino al mese di marzo inoltrato. Si è trattata quindi di una normalissima “nevicatina” di pieno inverno, anche se maturata, come detto, da situazioni e correnti abbastanza anomale per la Regione.
A questo punto, l’unico pericolo che vorrei paventare, considerando che le previsioni indicano per la notte di Capodanno un innalzamento delle temperature con piogge copiose, è quello di un repentino scioglimento delle nevi accumulate, anche nei giorni precedenti questo evento, sulle montagne marchigiane. Se ciò accadrà, si verificheranno, di conseguenza, nuove ondate di piena dei fiumi marchigiani, già messi a dura prova nei mesi scorsi da altre due piene eccezionali, che hanno prodotto notevoli danni, inondando le aree industriali di molte città, costruite, però, senza criterio o rispetto, entro le aree di naturale esondazione dei fiumi stessi!