Solo 20 giorni fa avevamo posto in grande evidenza come le acque attorno alle coste del Bel Paese fossero molto più fresche rispetto alla norma (per chi volesse approfondire, questo è il link: https://www.meteogiornale.it/notizia/18232-1-eredita-lasciata-dall-incursione-artica-sulle-acque-del-mediterraneo). La causa, come ben ricorderete, era da addebitare alla sfuriata d’aria artica giunta nel cuore di Giugno e che aveva fatto seguito ad un lungo periodo instabile, certo non favorevole per garantire per quel tipico processo di riscaldamento in gran parte apportato dalla radiazione solare.
Nell’arco di 3 settimane è cambiato davvero tutto e la situazione si è clamorosamente rovesciata, in quanto lo scenario attuale indica valori di temperatura dell’acqua in superficie diffusamente oltre la norma, un andamento che ormai trova costanti precedenti anche nelle ultime settimane. La causa di tutto questo riscaldamento è da attribuire all’anticiclone che si è insediato ormai da fine giugno, senza più abbandonare il comparto mediterraneo. L’alta pressione non solo ha tenuto ben lontane le perturbazioni e le nubi, ma ha portato una circolazione livellata, con pressoché totale assenza di venti significativi, cioè quelli che potessero dare un minimo di rimescolamento al mare, riequilibrando il riscaldamento della superficie con l’acqua più fresca presente a qualche metro di profondità.
Entriamo nei dettagli e vediamo, sulla base delle elaborazioni dell’Istituto Nazionale di Geofisica, a che punto è giunta la febbre in questo martedì 13 luglio, quando ancora siamo ben lontani da un’auspicabile interruzione del periodo molto caldo generato dall’anticiclone africano. Ebbene, la temperatura media superficiale del Mediterraneo è giunta alla soglia dei 25,89°C, spaziando da un minimo misurato di +17,08°C (punto più freddo individuabile sullo Stretto di Gibilterra) ad un massimo di +29,38°C (coste orientali tunisine). Fra le zone più calde, spiccano le acque del Tirreno Centro-Meridionale, ove si stanno appunto sfiorando punte d’oltre 28 gradi.
A questo punto l’aspetto più interessante è analizzare quelle che sono le reali anomalie delle temperature mediterranee rispetto alla norma: nel suo complesso, il bacino del Mediterraneo soffre di un’anomalia termica positiva pari a +1,76°C, a conferma di una “febbre” che comunque non ha ancora toccato i livelli raggiunti nel cuore delle stagioni estive degli ultimi 2 anni. I massimi d’anomalia (fino ad un picco di +5,94°C di scostamento rispetto alla norma) si riscontrano proprio sui bacini attorno all’Italia, più in particolare tra il Mar Ligure e il Tirreno. Viceversa, tra le poche aree più fresche della norma, vi è la parte dell’Egeo che bagna le coste della Turchia, ma anche i tratti prossimi alle coste albanesi (picchi al di sotto della norma fino a circa 3 gradi): queste zone (ma anche una buona porzione del Mediterraneo Orientale) hanno spesso risentito, fino agli ultimi giorni, di venti vivaci che hanno rallentato il riscaldamento.