Non tutti sanno che, nel cuore del Medioevo, fioriva la coltura della vite, anche sulle Isole Britanniche, con la produzione di abbondante quantità di un ottimo vino.
La vite veniva coltivata fino al limite del 53° parallelo nord, in pratica poco più a sud di Manchester e di Liverpool, con ottimi risultati e produzione di vino abbondante.
Questo dà anche un’indicazione di quella che doveva essere la normale temperatura estiva Britannica in quel lungo periodo medievale, in quanto la temperatura minima per ottenere la maturazione dell’uva è quella media di +18,5°C nei tre mesi estivi.
Nonostante l’aumento termico verificatosi sulle Isole Britanniche negli anni 2000, la media dei mesi estivi resta di gran lunga inferiore.
A Manchester la temperatura media estiva degli anni 2000-2006, è stata di +16,2°C, decisamente troppo fredda per permettere la maturazione dei chicchi.
All’aeroporto di Londra, che è situato più a sud di ben due gradi di latitudine, la temperatura media estiva degli anni 2000 è stata di +18,4°C, e siamo al limite della maturazione dell’uva.
Attualmente, infatti, le coltivazioni di vite che sono in fase di “lancio” sul mercato del vino, si verificano nel Surrey, circa 48 km a sud di Londra, ove sono presenti ben 107 ettari coltivati ad uva, che corrisponde ad una latitudine di 51° Nord, non molto lontano dal Canale della Manica.
Facendo due semplici conti, poter sperare di uguagliare il clima medievale, occorre che la coltura della vite si sposti verso nord di altri 2° di latitudine, il che corrisponde ad un aumento termico medio delle Estati Britanniche di +2,3°C, evento che per ora è improbabile, ma che i modelli matematici sul riscaldamento globale darebbero per sicuro entro una cinquantina d’anni.
Attorno al 2050, quindi, potremmo avere non un clima “nuovo e mai provato prima”, ma semplicemente avremo uguagliato il clima Medievale dal quale siamo ancora distanti.
Un appunto sulla coltura inglese del vino.
I vini inglesi hanno subito un incremento di vendite di mercato del 40% nell’ultimo anno, ma la situazione della coltura è ben diversa da quella Medievale.
Prima di tutto sono mutate le tecniche di coltura, che adesso permettono rese impensabili all’epoca, sia di qualità, che di quantità, nonché di difesa da muffe e malattie fungine che prosperano nel caso di clima umido come quello inglese.
Inoltre si tratta di produzione esclusiva di vini spumante, qualità che era sconosciuta nel Medioevo, in quanto inventata secoli dopo.
Il vino spumante viene fabbricato con l’aggiunta di zucchero nella fase di fermentazione, per cui non è necessario un grado di maturazione piena che riempia il chicco di sostanze zuccherine, ed anche il grado alcolico ottenuto con questo tipo di vino è piuttosto basso.
Questo rappresenta un grande vantaggio rispetto alla produzione di vino medievale.
Resta il fatto che nel prossimo cinquantennio l’Inghilterra potrebbe divenire un concorrente dell’Italia nella produzione di vino, ma i passi da fare in questo senso sono molti, e le incognite legate all’evoluzione climatica sono troppo grandi, per una previsione sicura.