Non esisteva alcun contributo umano, decine di milioni di anni fa, eppure la CO2 non era mai stata così alta da quando esiste la vita sulla terraferma.
Non si conoscono le cause di questo straordinario “picco” di concentrazione.
Queste sono le conclusioni di una ricerca scientifica che ha esaminato il curioso periodo di forte risalita termica denominato PETM (Paleocene – Eocene Thermal Maximum).
Questo periodo, intervenuto all’incirca 55 milioni di anni fa, è stato scoperto dall’esame delle perforazioni effettuate sui fondali marittimi di Oceano Atlantico e Pacifico, ed ha portato a temperature più elevate di ben 9°C rispetto a quelle attuali.
Tale fase caldissima sembra che sia rimasta per almeno 100 mila anni, e la causa sembra essere stata l’elevatissima concentrazione di CO2.
Rispetto all’attuale quota di 385 parti per milione, la CO2 nell’atmosfera sembra essere schizzata, durante tale periodo, fino ad un valore compreso tra 1200 e 1700 ppm, almeno quattro volte il valore attuale, senza riuscire ad individuare una causa specifica di tale aumento.
Tuttavia, anche questo risultato è stato messo in discussione da un’altra ricerca scientifica apparsa su “Nature Geoscience”, ad opera del Prof. Richard Zeebe della University of Hawaii, il quale ha effettuato una simulazione sull’aumento globale delle temperature se la CO2 fosse portata a circa 2000 ppm.
Si è notato che la temperatura della Terra aumenterebbe fino ad oltre +3,5°C, mentre l’aumento fino a 9°C deve avere avuto altre concause, finora del tutto sconosciute.
Ci troviamo quindi di fronte ad un doppio problema: non si conoscono le cause del forte aumento della concentrazione di CO2, e nemmeno quelle che hanno provocato lo straordinario picco termico di 55 milioni di anni fa.
Riguardo alla CO2, le eruzioni vulcaniche sono le maggiori imputate, tutt’ora sono la causa del 95% delle emissioni di anidride carbonica nella nostra atmosfera, ma una serie di gigantesche eruzioni avrebbero anche riempito l’atmosfera di polveri, causandone una diminuzione termica.
Riguardo ai 5,5°C di aumento ulteriore, si può pensare ad un “picco” di concentrazione di gas metano, ma non esistono prove convincenti.
Questa ricerca pone in evidenza come la temperatura della Terra non dipenda esclusivamente dalla concentrazione di CO2, e che esistono motivi ancora sconosciuti che la condizionano pesantemente.
La conoscenza di queste cause ignote sarebbe di fondamentale importanza per conoscere il futuro climatico del nostro Pianeta, da qui gli studi serrati che si stanno facendo in questo settore.
L’articolo originale è visitabile all’indirizzo: https://sciencenow.sciencemag.org/cgi/content/full/2009/714/2