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Lo strano caso della neve a Pisa nei ricordi di un “nivofilo”

di Giovanni Staiano
24 Nov 2009 - 08:06
in Senza categoria
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Piazza dei Miracoli con la Torre di Pisa sotto la neve durante il 29 dicembre del 2005. Foto di Luca Bargagna.
Ho passato i miei primi 15 anni a Genova, già “fissato” con il tempo ma ovviamente ignorante di depressioni, avvezioni, occlusioni e così via. Ricordo comunque, in quegli anni (fine ’60, inizio ’70) che un paio di nevicate a inverno non mancavano mai, quasi sempre accompagnate da raffiche impetuose di tramontana, specie nei valloni come il Lagaccio, dove abitavo.

Vi fu poi un inverno favoloso, il 1970-71, in cui vi furono ben 7 nevicate di cui 5 nelle vacanze di Natale; la prima iniziò verso il mezzogiorno di Santo Stefano e proseguì per tutto il pomeriggio, poi le altre furono il 27/12, il 29/12, il 1° gennaio (unica “a larghe falde” e quasi senza vento) e il 4/1.

In quegli anni vivevano a Pisa i miei nonni materni e ci arrivavano racconti di favolose gelate, confermate da Bernacca a “Che tempo fa”: sei o sette gradi sottozero non erano insoliti e a me, bimbo di Genova, dove massimo si arrivava a -2°C, sembravano temperature polari. Però quando a Genova nevicava magari si telefonava e si chiedeva “E lì a Pisa com’è?” e la risposta solo una volta fu “Nevica un pochino anche qui”. Boh, pensavo io, qui la neve me la godo e mi basta.

Arrivò il 1974 e per vari motivi anche la mia famiglia si trasferì a Pisa in giugno. Passata l’estate calda e afosa (che già conoscevo perché spesso passavamo un paio di settimane a Pisa di luglio) arrivò ottobre e subito il fantasma del Polo si materializzò.

Già verso la metà di ottobre dove stavamo noi, periferia ovest, cominciarono le brinate mattutine, fenomeno a Genova quasi sconosciuto in inverno, figuriamoci in autunno. Mamma mia, pensavo, fa già così freddo in ottobre, figuriamoci in inverno, com’è possibile che non nevichi mai? Naturalmente non sapevo che stavamo vivendo l’ottobre più freddo del secolo, con temperature 4-5°C sotto la media stagionale e che poche altre volte, nei successivi 35 anni, avrei rivisto a Pisa la brina in ottobre.

Arrivò comunque novembre, durante il quale vi furono naturalmente molte brinate e temperature che la notte spesso scesero sotto lo zero. Giunse poi l’inverno: ogni tanto pioveva, quando schiariva le notti erano sempre fredde, arrivò la neve sui monti, al piano pioveva, spesso con temperature elevate, ma soprattutto mi stupiva il fatto che quando pioveva la temperatura aumentava, e non di poco, e per chi era abituato alla tramontana scura genovese la cosa non era affatto ovvia. In quell’inverno 1974-75 mi pare non nevicò neppure a Genova, ma in quello seguente certamente si, e parecchio, mentre a Pisa era acqua, con temperature che nella neve neppure si sperava.

Passò un altro anno e un altro inverno: idem come sopra. Nel frattempo mi ero documentato e mi avevano detto che l’ultima nevicata seria a Pisa risaliva al 1956, vent’anni prima!

Intanto crescevo e cominciavo a cercare di capire il perché. Per le brinate fu facile: la calma di vento delle notti limpide a facilitare l’irraggiamento, la distanza dal mare comunque superiore rispetto a Genova, la morfologia completamente diversa delle due aree urbane, con quella pisana favorevole alle inversioni termiche, ed ecco spiegato il perché delle minime molto più basse a Pisa rispetto a Genova.

Per la neve la cosa era più complessa. Ogni tanto in inverno vedevo 90° minuto la domenica celebrare la Tramontana di Marassi e noi eravamo sferzati dal libeccio. Mah? Boh? Chissà? La tramontana si vedeva ogni tanto anche da noi, peraltro senza la violenza “genovese”, ma regolarmente portava il cielo sereno.

Non ricordo che anno era, era comunque un gennaio, dal mio punto di vista si toccò il fondo: gran parte d’Italia ricevette grandi nevicate ma soprattutto ricordo un Genoa-Brescia giocato con muri di neve ai bordi; e a Pisa? indovinato, pioveva!

Persino nei grandi eventi nevosi che pure coinvolsero altre zone pianeggianti toscane, cito per esempio i primi di gennaio 1979 e l’8 marzo 1976, Pisa veniva saltata, al massimo vedendo qualche fiocco. Dal 1974, anno in cui avevo traslocato, per vedere la città imbiancata dovetti attendere il 1985, quando la nevicata dell’8 gennaio lasciò un manto bianco di 15 cm, paralizzando tutte le attività cittadine, anche per le temperature molto basse, che favorirono la formazione di ghiaccio sulle strade come negli scambi delle linee ferroviarie.

Non si era ancora sciolta la neve dell’8 gennaio 1985, quando arrivò un’altra nevicata pisana. Era il 13 gennaio di quello stesso anno, si veniva dalle notti “in doppia cifra” (negativa, ovviamente) e l’arrivo della perturbazione atlantica portò altra neve, ma era neve molto più bagnata e con temperatura che rapidamente tornò positiva. Mentre iniziava la grande nevicata al nord, da noi la precipitazione si tramutò in pioggia, ma finalmente avevamo vissuto un grande evento.

Dopo il 1985, l’attesa di una nuova nevicata fu più breve. Il 6 febbraio 1991, infatti, ci svegliammo con un temporale nevoso che lasciò 6 cm di manto bianco. Il giorno dopo fu invece una delle più grandi beffe, la neve iniziò a cadere poco dopo pranzo, a tratti anche intensa, ma era neve bagnata e non attaccava. Dopo il tramonto si alzò di qualche decimo la temperatura, quanto bastò perché Pisa trascorresse la serata sotto una pioggia intensa, mentre sia Lucca che Livorno erano abbondantemente innevate.

Dal 1991 si saltò al 2001, al “blizzard di Santa Lucia”. Quel 13 dicembre, in serata, in poche ore si passò da un +6°C con leggera pioggia a uno 0°C con vento di tramontana furioso e neve fine e fitta che turbinava nell’aria. Non si arrivò neppure a mezzo cm d’accumulo, ma la straordinarietà dell’evento fu nella tipologia di nevicata, accompagnata dalla tramontana quasi “alla genovese”.

Altro anno d’oro il 2005. Nelle prime ore del mattino del 21 febbraio, su Pisa scesero 4 cm di neve, mentre il sottoscritto, trasferitosi nel 1992 a Migliarino, 7 km a nord del capoluogo, vedeva per la prima volta il paese imbiancato, anche se da neppure 1 cm.

Gli ultimi giorni di quel febbraio videro diversi episodi nevosi, brevi rovesci, alcuni misti ad acqua, senza ulteriori accumuli, ma con il gusto di vedere comunque cadere “qualcosa di bianco” per diversi giorni filati. Ma, ancora nel 2005, fu l’inverno seguente a fare un gran regalo ai nivofili pisani, con la nevicata avvenuta tra la sera del 28 e la mattina del 29 dicembre. A Pisa l’accumulo fu di circa 7 cm, questa volta fui più fortunato io, visto che Migliarino fu coperto da 14 cm di neve, addirittura più di quanto i paesani sostennero di avere visto nel mitico 1985.

3 marzo 2005 e 26-27 gennaio 2006, per citarne solo due, rimangono invece due date qualsiasi per Pisa e i suoi dintorni (anche se la prima vide quasi 10 cm di neve nella vicina Lucca), mentre evocano immagini spettacolari per i nivofili genovesi, oltre a momenti difficili per la vita della città, per la quantità di neve caduta.

Ma chi è responsabile del “miracolo” della neve a Genova? La mitica “tramontana scura”.

Di questo tratteremo in un altro articolo.

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