Nell’ultimo articolo si era terminato parlando di una fase più invernale segnata da brevi episodi di neve fino al piano. Successivamente il mese di gennaio ha continuato con un clima sostanzialmente freddo che ha prodotto gelate mattutine in particolar modo nel Basso Veneto come di solito accadrebbe nel tardo autunno, quindi una situazione di freddo autoprodotto più che di vera invernata; le medie sono risultate più basse rispetto ai periodi precedenti ma in realtà non vi è stato nessun rientro nella norma.
L’inizio del nuovo mese ha visto un maggior raffreddamento diurno anche se le minime sono state appena al di sotto dello 0° in molti casi; l’escursione termica è stata bassa complice l’entrata in scena di nebbie che in qualche caso hanno ridotto la visibilità a poche decine di metri. Nei primi cinque giorni di febbraio in pianura c’è stato sicuramente un clima più invernale, le temperature non sono mai andate sotto la media ma vi sono solo rientrate, mentre in montagna l’inversione ha prodotto termiche più alte della media; l’unica magra consolazione dell’inizio mese è stata quella di aver vissuto uno dei periodi più freddi di questo inverno.
Una nuova circolazione atmosferica si è fatta strada con il passare dei giorni, si è riaperta la vecchia porta dell’atlantico, quella che in tempi più o meno lontani portava con il suo treno di perturbazione piogge sparse a più riprese, una circolazione sicuramente più autunnale o primaverile piuttosto che invernale, ma per il deficit pluviometrico abbastanza forte, la ricomparsa delle piogge non ha di certo guastato.
Gli accumuli di questa prima perturbazione atlantica sono stati irrisori per molte zone della regione, solo la pianura centro-occidentale ha avuto accumuli più importanti: in tre giorni di precipitazioni sono caduti in generale tra i 10 e i 30 mm a seconda delle zone.
In montagna c’è stata la ricomparsa della neve ma a quote non inferiori ai 1200m.
In un ambito di un vasto sistema depressionario che ha prodotto nevicate oltralpe, la nostra regione, ha subìto l’influenza di un richiamo pre-frontale caldo che ha innalzato le temperature nuovamente sopra la media.
In conclusione
Abbiamo descritto una fase invernale più dinamica dopo che il duro dominio dell’Hp subtropicale è stato scalzato dalla fase invernale di fine gennaio, ma non si può di certo parlare di vero inverno, le situazioni sono state ibride ma le termiche più basse potrebbero aver ingannato la percezione di freddo.
Potrebbe in futuro arrivare finalmente un periodo gelido? Sì, se per gelido si intende più freddo di questo!